L’Italia è uno dei Paesi in Europa in cui le aziende fanno maggior utilizzo dei servizi in cloud, ma le imprese italiane, nonostante questo largo utilizzo, sono tra quelle più diffidenti nei confronti del cloud. Un paradosso tutto italiano che evidenzia un fabbisogno imprenditoriale per questi servizi, ma al tempo stesso una scarsa conoscenza e consapevolezza di questi strumenti di Rete.

I risultati emergono da un’analisi di RackOne, il data center 100% italiano di Venezia che ha delineato un quadro del fabbisogno di servizi in cloud da parte delle aziende partendo dagli ultimi dati Eurostat a pochi giorni dall’inizio dello Smau di Bologna.

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In Italia il 40% delle aziende acquista servizi in cloud contro una media europea del 19%, tanto che meglio di noi fanno solo le imprese finlandesi con il 51%. I servizi più utilizzati sono almeno uno tra e-mail (35%), software per ufficio (16%), archiviazione di file (13%) e hosting di database (11%). Minore (anche se superiore alla media europea) l’acquisto di servizi in cloud più avanzati come software di finanza e contabilità (13%), Crm (6%) e potenza di calcolo per eseguire software di impresa (3%).

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Le imprese italiane indicano nella riduzione dei costi per l’ICT (25%), nella scalabilità dei servizi (26%) e nella facilità di sviluppo delle soluzioni (26%) i maggiori benefici per l’adozione di servizi in cloud. Nonostante questo massiccio utilizzo del cloud, le nostre imprese mostrano ancora delle diffidenze nei confronti di questi servizi rispetto alle imprese degli altri Paesi europei. In particolare il 20% delle aziende che in Italia adotta il cloud indica come fattore limitante il rischio di violazione della sicurezza (contro il 7% dell’UE) e la non adeguata conoscenza dei servizi in cloud (contro il 6% dell’UE).