A sole tre settimane dalla conclusione dell’acquisizione di Red Hat, costata 34 miliardi di dollari, IBM ha annunciato una prima importante mossa di integrazione, che rende il suo portafoglio software cloud-native e ottimizzato per girare su Red Hat OpenShift.

Le capacità cloud-native saranno fornite dalle soluzioni pre-integrate IBM Cloud Pak (per ora ne sono disponibili cinque), basate appunto su Red Hat OpenShift, che sono pacchetti di software certificato IBM e containerizzato, caratterizzate da un modello operativo comune e un insieme di servizi – tra cui gestione delle identità, sicurezza, monitoraggio e registrazione -, disegnate per fornire visibilità e controllo su ambienti multicloud attraverso un unico cruscotto intuitivo.

Con questa novità, gran parte dei software IBM (tra cui DB2, WebSphere, Watson Studio, Cognos Analytics) sarà disponibile anche al di fuori dai data center per operare su qualunque piattaforma – interna, su cloud privato o pubblico di AWS, Azure, Google Cloud Platform, Alibaba e IBM Cloud.

Dopo una prima fase del Cloud in cui l’obiettivo primario era di abbattere i costi e garantire il funzionamento dell’infrastruttura di base – computing, storage, networking – oggi è in corso la seconda fase, in cui la sfida principale è spostare in ambienti multi-cloud le applicazioni mission-critical. E proprio per questo obiettivo, spiega IBM, è stata progettata la suite Cloud Paks su Red Hat.

I cinque Cloud Pak

Le soluzioni Cloud Pak disponibili sono per ora cinque:

Cloud Pak for Data, che agevola gli insight e fornisce un’architettura di virtualizzazione dei dati per l’AI con una velocità superiore del 500% rispetto alla IBM Federated Technology;

Cloud Pak for Applications, che abbatte i tempi di sviluppo fino all’84%;

Cloud Pak for Integration, che invece integra app, dati, servizi cloud e API ed è disegnato per ridurre i costi di integrazione fino al 33%

Cloud Pak for Business Automation, che riduce i tempi di svolgimento dei processi fino all’80% automatizzando le attività manuali a basso valore aggiunto;

Cloud Pak for Multicloud Management, che fornisce visibilità, governance e automazione limitando fino al 75% i costi di gestione di ambienti multi-cloud.

IBM ha inoltre annunciato altre tre novità:

Red Hat OpenShift on IBM Cloud: un servizio gestito di OpenShift sul public cloud IBM, attivabile con un solo click con funzioni automatiche di resilienza, data compliance e sicurezza;

Red Hat OpenShift on IBM Z and LinuxONE: IBM porterà Red Hat OpenShift sui sistemi IBM Z e LinuxONE che, insieme, alimentano più di 30 miliardi di transazioni applicative al giorno a livello globale. IBM supporta già OpenShift sui Power Systems e sullo Storage IBM.

Servizi di consulenza e tecnologici per Red Hat, erogati da uno dei più grandi team di esperti Red Hat, che comprende oltre 80mila specialisti certificati su cloud application services.

I software e servizi IBM interessati da questo annuncio, ossia ottimizzati per girare su Red Hat OpenShift, sono oltre 100, e saranno erogati attraverso la piattaforma di hybrid multicloud di IBM, sviluppata su tecnologie open source come appunto Red Hat OpenShift, e Red Hat Enterprise Linux.

“Una mossa per posizionarci nel cloud ibrido”

I Cloud Pak, spiega IBM, forniscono un supporto software completo e sicuro relativo all’intero stack – dall’hardware alle applicazioni – agevolando così i clienti intenzionati a migrare, integrare e modernizzare rapidamente le applicazioni mission-critical su qualsiasi cloud. Facilmente implementabili e configurati come pacchetti su misura per specifici casi d’uso del cliente, saranno venduti con un modello di prezzo basato sui consumi. Il fornitore cita anche alcuni casi cliente, come Sprint nelle telecomunicazioni, Associated Bank e Primerica nel finanzario, la finlandese Ilmarinen nell’assicurativo e l’IT service provider Fiducia & Gad IT AG, per dimostrare che le offerte basate sulla piattaforma ibrida multicloud IBM e sul suo software ottimizzato su OpenShift sono adatte a tutti i settori.

“IBM sta alimentando la corsa delle applicazioni di livello enterprise verso la nuvola – dichiara nel comunicato Arvind Krishna, senior vice president, Cloud e Cognitive Software, IBM e questo ci posizionerà ulteriormente nel ruolo di guida di un mercato, il cloud ibrido, che vale oltre mille miliardi di dollari. Con Red Hat, noi stiamo fornendo gli strumenti essenziali, basati su open standard, di cui le aziende hanno bisogno per realizzare il loro viaggio pluriennale verso il cloud. Di qualunque tipo si tratti e da qualunque vendor sia fornito”.

“Red Hat sta sbloccando l’innovazione con le tecnologie basate su Linux, compresi container e Kubernetes, che sono diventati i mattoni fondamentali degli ambienti cloud ibridi”, aggiunge Jim Whitehurst, senior vice president, IBM e CEO, Red Hat. “Questa base open hybrid cloud è ciò che abilita l’approccio ‘qualsiasi applicazione, ovunque e in qualsiasi momento’. Grazie alla combinazione con la forte esperienza industriale di IBM e il supporto di un vasto ecosistema di sviluppatori e partner, i clienti possono creare applicazioni moderne con tecnologie di loro scelta e la flessibilità di implementazione nel miglior ambiente, sia che si trovino on-premise sia su più cloud pubblici”.