Nel corso dell’evento HPE Discover, Hewlett Packard Enterprise ha presentato alcune novità riguardanti le architetture componibili, concetto che estende e supera il paradigma dei sistemi iper convergenti e che si incarna nell’offerta HPE Synergy.

Le novità tendono in particolare a risolvere diversi tipi di problemi:

  • Realizzare un cloud privato che integri i sistemi iper convergenti già presenti in azienda, semplificando la gestione e minimizzando lo spreco di risorse;
  • Estendere la gestione centralizzate anche alle risorse in cloud, permettendo così di tenere insieme i vantaggi di sicurezza e gestione delle policy dei sistemi on premises, senza rinunciare alla flessibilità tipica del cloud, richiesta dalle app moderne e dai ritmi di sviluppo sempre più accelerati;
  • Permettere al reparto IT di fornire alle linee di business soluzioni flessibili, di rapida implementazione ma gestite internamente, diventando di fatto un “fornitore interno di servizi”.

HPE Synergy con HPE Helion CloudSystem 10

HPE Synergy con HPE Helion CloudSystem 10 permette di comporre potenza di elaborazione, storage e memory fabric sui cloud ibridi OpenStack permettendo di usare combinazioni di soluzioni bare metal, virtualizzate, a container o native cloud, condividendo le risorse infrastrutturali e gli strumenti di gestione.

Secondo l’azienda, questo permette di raggiungere più elevati livelli di agilità ed efficienza, visto che le risorse attingono tutte dallo stesso pool e possono quindi essere ridistribuite in modo fluido, evitando il rischio di over provisioning.

Parlando di OpenStack, HPE ha anche annunciato la cessione a SUSE dei suoi asset nel progetto, così come quelli di Cloud Foundry. HPE continua quindi il percorso di dismissione delle attività nel campo del software e dei servizi, rendendosi più agnostica e “vendor neutral” rispetto alle diverse soluzioni disponibili.

E farà verosimilmente di SUSE il partner principale di HPE, anche se di certo non l’unico, per tutto quel che riguarda Linux.

Nel corso della sessione plenaria, accennando alla cessione del ramo software a Micro Focus (che è anche proprietaria di SUSE, a proposito), la CEO Meg Whitman ha voluto rassicurare chi avesse investito nelle soluzioni software di HPE che la cessione non implica una dismissione dei prodotti e servizi, che continuano a rientrare nell’ecosistema dei partner dell’azienda, in posizione di primo piano. La Whitman ha sottolineato anche che Micro Focus non ha mai dismesso i prodotti che ha acquisito da terzi nel corso degli anni.

HPE Hyper Converged Operating Environment

Il nuovo software HPE Hyper Converged Operating Environment permette agli IT manager di modulare e ricomporre le risorse virtualizzate a disposizione delle diverse linee di business, che possono attivarle e disattivarle in modo autonomo in base alle necessità del momento, attraverso un portale che replica le funzioni e l’interfaccia tipici di un public cloud provider.

Gli utilizzatori ottengono quindi la velocità di implementazione e la flessibilità di utilizzo tipiche dei sistemi public cloud, ma utilizzando risorse interne al perimetro aziendale e gestite dal reparto IT in accordo alle policy di sicurezza, privacy e compliance. In quest’ottica, l’IT si trasforma in una sorta di service provider interno all’azienda.

Soprattutto, l’aggiornamento che sarà disponibile nel primo trimestre 2017, renderà disponibili anche per HPE Hyper Converged 380 alcune funzioni tipiche del composable computing. Questo semplificherà l’adozione di questa architettura, che HPE ritiene propedeutica alla prossima evoluzione verso il Memory Driven Computing, anche da parte di chi ha già investito in sistemi iper convergenti e rimanderebbe volentieri il passaggio al più oneroso Synergy, anche rinunciando ad alcune delle sue funzionalità di composabile infrastructure.

Cloud privato, pagando a consumo

Oltre che dalle questioni tecnologiche, la scelta tra cloud pubblico e ibrido/privato è influenzata anche da aspetti squisitamente finanziari: un cloud privato richiede un forte investimento infrastrutturale iniziale, che si ammortizza nel tempo. Il cloud pubblico non richiede investimenti iniziali in conto capitale, e consiste solo di costi operativi.

Per abbattere lo scalino iniziale, la divisione HPE Services propone da tempo un servizio finanziario chiamato HPE Flexible Capacity, che permette di avere nel proprio data center le soluzioni HPE con un costo base, e scalare la capacità verso l’alto o verso il basso in base ai carichi di lavoro effettivi, pagando solo per la potenza di calcolo, storage e memoria erogata.

Con gli ultimi aggiornamenti software, chi utilizza applicazioni cloud native potrà usare microservizi adeguando i costi sulla base dell’uso effettivo di Docker Engine, potendo così addebitare il provisioning dei servizi on-premises in base alle macchine virtuali utilizzate, come accade nel cloud provisioning.

Flexible Capacity permette ora ai clienti che usano applicazioni native per il cloud di utilizzare microservizi  adeguando i costi sulla base dell’utilizzo effettivo di Docker Engine, addebitando il provisioning dei servizi on-premises in base alle VM, come accade nel cloud provisioning.

Sempre in questa direzione va l’annuncio dell’offerta HPE 3PAR Flash Now, che consente alle aziende di installare un array all-flash HPE 3PAR StoreServ Storage con un modello di pagamento mensile basato sulla capacità utilizzabile, al costo di 3 centesimi di dollaro al gigabyte per mese.

Cloud28+

HPE ha anche annunciato l’espansione dell’iniziativa Cloud28+, una comunità di aziende e istituzioni pubbliche che si pongono l’obiettivo di rimuovere le barriere all’adozione delle soluzioni cloud computing, identificando una base comune di soluzioni,standard, best practice e implementazioni che soddisfino le esigenze tecnologiche e regolamentari dei diversi mercati.

In particolare, le aziende e organizzazioni che aderiscono a Cloud28+ firmano un accordo con il quale aderiscono a una sorta di consorzio, nel quale possono mettere a disposizione degli altri membri  le proprie risorse IT non utilizzate, o al contrario accedere alle risorse di terzi nei momenti di necessità.

Attualmente, il portfolio di Cloud28+ comprende più di 330 partner HPE con un catalogo di 1.300 servizi IaaS, PaaS e SaaS. In Europa, Cloud28+ ha lanciato il progetto di high performance computing distribuito Helix Nebula, che coinvolge data center di diversi paesi.