A fornire un interessante sguardo d’insieme sui trend del cloud computing a livello aziendale è la società americana Clutch, che ha intervistato i responsabili degli investimenti IT di 300 aziende statunitensi con più di 100 dipendenti per scoprirne le abitudini e le preferenze quando si parla di servizi cloud.

La ricerca di Clutch parte dai fornitori cloud e i primi quattro, come era logico aspettarsi, sono Microsoft, Amazon, Google e IBM. A colpire però è l’estrema vicinanza in percentuale tra questi giganti del cloud. Se infatti Azure ha un tasso di utilizzo del 23%, AWS è poco sotto con il 22% e Google è in terza posizione con il 21%, mentre IBM è quella più “staccata” con quattro punti di differenza (17%).

C’è insomma una grande competizione quando si parla di cloud provider (almeno negli USA) e, secondo Clutch, queste percentuali così vicine tra loro denotano una scelta del fornitore basata anche sui trascorsi e le abitudini di un’azienda, che se da anni utilizza per sempio software Microsoft anche in altri settori punterà molto probabilmente su Azure che non su AWS.

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Lo studio continua elencando quelli che secondo gli intervistati sono i tre benefici principali del cloud in azienda. Il podio vede nell’ordine efficienza, sicurezza e storage dati, ma gli intervistati hanno anche citato il costo, la mobilità, la scalabilità, la manutenzione e la flessibilità.

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Per quanto riguarda l’efficienza, i manager IT apprezzano soprattutto la possibilità di avere a disposizione risorse più o meno elevate a seconda del periodo che sta attraversando l’azienda; risorse che è possibile inoltre gestire affidandosi a una piattaforma centralizzata e unica. Il cloud inoltre si è dimostrato più efficiente rispetto a una classica infrastruttura on-premise anche per il supporto di metodologie non cloud, come ad esempio DevOps.

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Passando invece agli altri due benefici, il 70% utilizza il cloud per lo storage di file, documenti e applicazioni, mentre il 62% lo ritiene fondamentali a livello di sicurezza, soprattutto per funzioni di disaster recovery e backup. Ma esattamente come viene implementato il cloud in queste aziende?

Il 53% dei soggetti intervistati non ha compiuto la migrazione verso il cloud in completa solitudine, ma si è affidato a un partner esterno per supporto e consulenza. Il trasferimento di competenze dal partner esterno allo staff interno dell’azienda viene poi considerato essenziale, almeno se si punta al successo del progetto cloud a lungo termine.

Lo studio si conclude con le aspettative per il 2016 relativamente agli investimenti nel cloud. Questa risorsa pare aver convinto gli intervistati, tanto che la percentuale maggiore dei manager IT (il 42%) ha intenzione di accrescere la spesa per il cloud con un aumento compreso tra l’11 e il 30% rispetto al 2015.