Si intitola Don’t Get Left Behind: The Business Benefits of Achieving Greater Cloud Adoption ed è una ricerca condotta da Cisco e IDC per analizzare sia la diffusione dei servizi e delle tecnologie cloud nelle aziende, sia l’impatto che ciò ha sul loro business. Si tratta di uno studio importante e decisamente corposo, visto che ha coinvolto dirigenti e responsabili IT di 3.400 aziende in 17 Paesi che hanno già implementato soluzioni di cloud privato, pubblico o ibrido.

Se fino a qualche anno fa la scelta di una struttura cloud era dettata più che altro dall’abbattimento dei costi e dalla ricerca di una maggiore efficienza, ora secondo questo studio siamo di fronte a una seconda fase del cloud aziendale, nella quale il cloud deve assolvere a un compito ancora più importante e difficile come quello della crescita e dell’innovazione delle aziende stesse.

La ricerca di Cisco e IDC ha poi individuato cinque categorie di aziende che hanno implementato soluzioni cloud, classificate in ordine di maturità ed efficienza come ad hoc, opportunistic, repeatable, managed e optimized. Rispetto alle aziende della categoria ad hoc, quelle optimized hanno evidenziato una crescita del fatturato di oltre il 10% e una riduzione dei costi IT del 77%, percentuale che raggiunge quasi il 100% se si va a vedere la riduzione dei tempi di adozione dei servizi e applicazioni cloud.

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Nonostante questi numeri, il 32% delle aziende interpellate ha ammesso di non avere adottato una strategia cloud vera e propria, mentre solo il 25% delle aziende fa parte delle ultime tre categorie, ovvero quelle più virtuose quando si parla di adozione del cloud.

Una parte corposa dello studio è poi dedicata ai benefici economici che un’attenta strategia cloud può portare a un’azienda. Oltre alle percentuali appena citate sul fatturato e la riduzione dei costi, le aziende considerate optimized fanno segnare una media di 1.6 milioni di dollari di fatturato in più e di 1.2 milioni di spese in meno per ciascuna applicazione attivata in un cloud pubblico o privato. Alla base di questi numeri c’è soprattutto il fatto che il comparto IT di un’azienda, dovendosi occupare meno della manutenzione, ha più tempo da investire in nuove strategie, che a loro volta incrementano la vendita di prodotti e servizi.

In ultima analisi viene presa in esame la componente geografica e su questo versante le differenze non sono poche. Al primo posto troviamo gli USA con il 34% di aziende inserite nelle prime tre categorie a seconda del livello di maturità, mentre in seconda posizione spicca l’America Latina (29%) e al terzo posto si attesta la Gran Bretagna (27%). Seguono Francia (22%), Australia e Canada (19%), Corea del Sud (18%), Olanda (17%) e Giappone (9%). A dire il vero il primo posto assoluto toccherebbe alla Cina con il 55%, ma le aziende del gigante asiatico intervistate per lo studio erano più grandi ed estese rispetto a quelle degli altri Paesi e quindi si è preferito non tenerne conto per la classifica.