Atlassian cancella le versioni Data Center: Jira, Confluence & Co saranno solo in cloud

Atlassian ha annunciato ufficialmente la fine delle versioni data center dei suoi prodotti più diffusi tra cui Jira, Confluence e Bamboo, aprendo definitivamente la strada a una strategia completamente incentrata su Atlassian Cloud. L’unica eccezione, almeno parziale, riguarda Bitbucket, il gestore di repository di codice sorgente che continuerà a essere disponibile attraverso una licenza ibrida in grado di coprire sia l’ambiente cloud sia quello data center. La decisione, che rappresenta un passaggio storico per la software house australiana, sta già generando reazioni contrastanti tra clienti e partner, molti dei quali avevano scelto le soluzioni data center proprio come rifugio dopo la chiusura delle versioni server.
Secondo quanto riportato dall’azienda, la motivazione principale è che la quasi totalità dei nuovi clienti preferisce il cloud, grazie ai benefici derivanti dall’integrazione con Rovo, l’offerta Atlassian che combina ricerca basata su IA, funzioni di chat e automazione dei flussi di lavoro. L’azienda sottolinea come il cloud consenta di distribuire funzionalità più avanzate e aggiornamenti più rapidi, oltre a migliorare la scalabilità e la sicurezza complessiva.
Il piano di dismissione è stato già definito con date precise:
- La vendita di nuove sottoscrizioni datacenter terminerà il 30 marzo 2026
- Le licenze aggiuntive per i clienti già esistenti cesseranno il 30 marzo 2028
- La data definitiva di end of life è fissata al 28 marzo 2029, momento in cui ogni licenza rimasta attiva scadrà
Per Bitbucket, invece, si è optato per un approccio diverso, giustificato dal fatto che il codice sorgente rappresenta un asset particolarmente sensibile, e alcuni clienti necessitano ancora di un modello ibrido per motivi di sicurezza e compliance. Atlassian lascia inoltre uno spiraglio per organizzazioni con “circostanze uniche”, senza però specificare quali siano i criteri di accesso a questa eccezione.
Per quanto riguarda le opzioni di migrazione, Atlassian prevede strumenti self-service dedicati alle organizzazioni con meno di mille utenti, mentre per le aziende di dimensioni maggiori è stato pensato il programma FastShift, che offre il supporto diretto di un team Atlassian per agevolare la transizione. Tuttavia, restano alcune criticità legate alla conformità normativa, in particolare per i clienti governativi statunitensi che necessitano della certificazione FedRAMP. L’azienda ha annunciato di aver introdotto un Government Cloud con autorizzazione FedRAMP moderate, oltre a un’offerta single-tenant chiamata Atlassian Isolated Cloud, e di essere al lavoro per ottenere anche la certificazione FedRAMP High entro la scadenza dell’end of life.
Sul piano dei costi, Atlassian sostiene che il passaggio al cloud possa tradursi in risparmi significativi. Un case study citato dall’azienda mostra addirittura un risparmio medio del 36%, anche se molti analisti e consulenti indipendenti sollevano dubbi. Rodney Nissen, esperto del settore, ha dichiarato che in realtà la maggior parte delle organizzazioni vedrà un aumento dei costi stimato intorno al 28% in più e in alcuni casi anche oltre, a causa di servizi aggiuntivi come Atlassian Guard, che diventeranno quasi indispensabili per garantire la sicurezza dei dati. Solo le aziende con meno di 10.000 utenti potrebbero beneficiare di una riduzione reale dei costi.
La notizia rappresenta un duro colpo per quelle realtà che avevano migrato dai server al data center dopo la dismissione delle versioni self-managed avvenuta lo scorso anno. Per questi clienti si tratta, di fatto, di affrontare una seconda migrazione in pochi anni, con ulteriore dispendio di tempo e risorse. Non sorprende quindi che nelle community online non manchino commenti critici. Un utente ha scritto: “Abbiamo testato a lungo il cloud ma non funziona con le nostre integrazioni legacy. Per noi questa decisione significa: addio Atlassian”. Altri lamentano l’aumento dei costi negli ultimi anni e ora un annuncio che definiscono “relativamente improvviso”.
L’unica nota positiva sembra riguardare l’ecosistema dei partner Atlassian, che secondo Nissen potrebbe trarre beneficio dalla crescente domanda di consulenze e servizi di supporto per la migrazione. Dopo un periodo di stallo, il mercato legato alla piattaforma potrebbe quindi tornare a essere dinamico, spinto proprio dall’esigenza delle aziende di ripensare le proprie infrastrutture collaborative.