Non affannatevi a cercare i colli di bottiglia nell’ultimo miglio. Con l’esplosione di del video streaming il problema infatti è a monte nel core network e quindi nel cloud. Per questo, non solo per lo sviluppo del mondo Iot, si assiste a uno spostamento del mercato dal cloud centralizzato verso i bordi del network, l’edge computing. Questa almeno è la versione di Akamai che come ogni anno sforna le previsioni per l’anno che verrà. Per il 2019, appunto, spicca la crescita dell’edge.

“L’incremento esplosivo del traffico – spiega Nicola Ferioli head of engineering di Akamai – comporta anche che questo debba essere di ottima qualità visto che si paga un abbonamento mensile”. Per soddisfare le richieste degli utenti, dando per scontato che aumenti il numero degli abbonati e quindi lo streaming online, il cloud classico non è più sufficiente e quindi ci si sposta verso l’edge  “in modo da avere una rete estremamente distribuita e fitta tra i vari operatori così che ogni utente possa avere il contenuto dal server migliore senza passare dagli operatori internazionali”.

Ma non è il caso di dismettere i datacenter in circolazione. “I grandi datacenter – aggiunge Ferioli – sono un modello ancora fondamentale perché sono più semplici ed economici da costruire mentre un’infrastruttura sparpagliata come quella di Akamai è molto più complicata”. A oggi sistemi di distribuzione come quelli di Akamai portano verso l’edge dove è stata aggiunti sempre più logica (web application firewall, manipolazione delle immagini e codice personalizzato per l’utente e altro). “E’ un modello più efficace ma più complesso dove alcuni clienti che hanno l’esigenza di avere feature ulteriori si muovono verso l’edge mentre altri che hanno sistemi più semplici e men

Alessandro Livrea, Country Manager di Akamai per l’Italia.

Alessandro Livrea, Country Manager
di Akamai per l’Italia.

o risorse hanno nel dc singolo il modello ideale. Nella quasi quasi totalità dei casi il cloud rimane punto di origine che passa dall’edge e poi arriva all’utente. Anche utilizzando l’edge non tolgo il dc e metto tutto sull’edge perché il sistema su basa su uno o più dc proxy che poi passano atraverso l’edge che aggiunge funzionalità utili e poi arriva all’utente finale”.

A oggi non ci sono infatti modelli di business con il solo edge. “Si tratta di un modello ibrido, osserva il country manager Alessandro Livrea. Entrambe le tecnologie andranno avanti assieme per parecchio tempo”. Questo però, prosegue Livrea, “cambia tutto perché visti i trend di consumo il modello classico sui dc centralizzati non può funzionare non per un problema insito di latenza ma piuttosto di capacità. Per questo tutte le aziende che offrono servizi cloud dovranno offrire un modello ibrido. Quanto più ci si sposterà ai bordi del cloud tanto più si avrà successo”. Il discorso vale particolarmente per il mondo Iot e l’automotive, ma coinvolge anche i siti di ecommerce visto che le previsioni parlano anche della crescita dell’importanza della customer experience per i consumatori rispetto al prezzo.

Un aspetto importante è quello che riguarda la sicurezza dove l’edge, grazie alle sue doti di scalabilità, si rivela utile sia nel caso di navigazione di bot (jn cui serve potenza computazionale per distinguere la navigazione potenzialmente malevola da quella di un essere umano), sia nel caso di un attacco Ddos dove è invece utile avere banda e risorse di networking.

Altro trend frutto di un’osservazione di mercato dice che per le Vpn si sta avvicinando la fine. Per anni, le reti virtuali private sono state la modalità più diffusa per l’accesso remoto con autenticazione. Tuttavia, con lo spostamento delle applicazioni sul cloud, il panorama delle minacce si è ampliato e i requisiti di accesso si sono diversificati; l’approccio alle esigenze di sicurezza di tipo “aut-aut” deve necessariamente cambiare. Il modello Zero Trust, in cui ogni applicazione viene “containerizzata” e richiede un’autenticazione separata, si sta diffondendo per fornire la sicurezza più appropriata per il 21° secolo. Nel 2019, le aziende si rivolgeranno sempre più a strutture cloud per un accesso alle applicazioni adattativo basato sull’identità e una protezione basata sul cloud contro attacchi di phishing, malware e ransomware, il che aiuterà a migliorare la user experience e a decretare la condanna a morte delle Vpn.