L’intelligenza artificiale agentica – quella in cui software autonomi possono ragionare, pianificare e agire su obiettivi definiti – è il tema di cui tutti stanno parlando, e non fa eccezione l’indagine globale “The Future of Enterprise AI Agents” condotta da Cloudera su quasi 1.500 responsabili IT in 14 Paesi. Lo studio mostra una diffusione già avanzata di queste soluzioni: il 96% delle aziende intervistate ha in programma di ampliarne l’utilizzo entro i prossimi 12 mesi, con il 50% che punta a una diffusione significativa a livello organizzativo.

Un dato impressionante, ma che va letto con la giusta chiave: il campione analizzato è composto da grandi imprese, molte delle quali hanno già avviato progetti di intelligenza artificiale e dispongono di infrastrutture IT mature. Un contesto lontano da quello delle PMI, dove i percorsi di adozione sono spesso rallentati da carenze infrastrutturali, vincoli di budget e mancanza di competenze.

Tra performance, sicurezza e sviluppo, gli agenti AI si fanno strada

Tra le applicazioni più comuni, spiccano bot per l’ottimizzazione delle prestazioni (66%), agenti di monitoraggio della sicurezza (63%) e assistenti allo sviluppo software (62%). La promessa dell’agentic AI è quella di superare i limiti dei tradizionali workflow automatizzati, abilitando soluzioni in grado di adattarsi ai cambiamenti, prendere decisioni autonome e interagire con altri sistemi.

Cloudera funzioni agentic ai

Oltre l’IT, i casi d’uso si estendono a customer service, process automation e predictive analytics. Settori come sanità, manufacturing e finanza stanno già sperimentando agenti per diagnosi assistita, controllo qualità, ottimizzazione della supply chain e rilevamento frodi.

I principali freni: costi cloud e governance del dato

Nonostante l’entusiasmo, le barriere non mancano. Secondo l’indagine, i tre principali ostacoli all’adozione dell’Agentic AI sono:

  • Preoccupazioni per la privacy e sicurezza dei dati (53%)
  • Difficoltà di integrazione con i sistemi esistenti (40%)
  • Alti costi di implementazione (39%), in particolare legati alla gestione delle risorse cloud

Preoccupazioni che riflettono un’esigenza diffusa di rafforzare le capacità di governance dei dati, evitare lock-in tecnologici e mantenere il controllo sulle infrastrutture. Non è un caso che il 65% delle aziende identifichi nella “maggiore protezione della privacy e sicurezza” un requisito chiave per l’evoluzione degli agenti AI.

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Cloudera come strumento abilitante e unificatore dell’AI agentica

La strategia di Cloudera punta esattamente su questi punti. La piattaforma hybrid data di Cloudera, basata su tecnologie open source, consente alle imprese di sviluppare e orchestrare flussi AI scalabili e sicuri, sfruttando dati localizzati on-premise o su cloud privati, evitando dipendenze dai grandi hyperscaler. Questo approccio può risultare particolarmente vantaggioso per aziende con requisiti di data residency, controllo dei costi o ambienti legacy da integrare.

Cloudera risponde a queste esigenze con una soluzione ibrida che permette di sviluppare ed erogare modelli in ambiente privato, mantenendo all’interno del perimetro aziendale i dati sottoposti a una governance più stretta, permettendo comunque di utilizzare anche infrastrutture cloud per i dati meno sensibili”, ha affermato Fabio Pascali, Regional Vice President Italy, Greece & Cyprus di Cloudera in un incontro con la stampa.

Tra le caratteristiche più richieste, sempre più spesso anche dai regolatori, la cosiddetta “AI lineage”, cioè “la capacità di tracciare il ciclo di vita di un dato all’interno di un processo AI: qual è la sua origine, che trasformazioni ha subìto, come è stato erogato”, spiega Pascali.

La funzionalità di data lineage è basata sulla tecnologia di Octopai, azienda acquisita da Cloudera alla fine dello scorso anno. Octopai rimarrà comunque indipendente e neutrale rispetto ai vendor di data platform, potendo lavorare anche con dati che risiedono in data lake residenti su piattaforme concorrenti, come Databricks o Snowflake. In questo senso, Cloudera si propone come elemento aggregatore che offre un punto di monitoraggio unificato.