Il Governo non ha intenzione di rilanciare la sanità pubblica con nuovi investimenti nonostante il PNRR. Questa è l’opinione della Fondazione GIMBE, secondo la quale il Documento di Economia e Finanza (DEF) 2023 varato dal governo certifica per l’anno 2022 una spesa sanitaria di 131.103 milioni, inferiore di quasi tre milioni rispetto ai 133.998 milioni previsti dall’ultima nota di aggiornamento DEF 2022.

Rispetto alle previsioni di spesa sanitaria sino al 2026afferma Nino Cartabellotta Presidente della Fondazione GIMBEil DEF 2023 certifica l’assenza di un cambio di rotta post-pandemia ignorando il pessimo stato di salute del Servizio sanitario nazionale, i cui princìpi fondamentali di universalità, uguaglianza ed equità sono minati da criticità che compromettono il diritto costituzionale alla tutela della salute. Interminabili liste di attesa costringono a ricorrere al privato, aumentano la spesa out-of-pocket e impoveriscono le famiglie, sino alla rinuncia alle cure; diseguaglianze regionali e locali nell’offerta di servizi e prestazioni determinano migrazione sanitaria, inaccessibilità alle innovazioni, sino alla riduzione dell’aspettativa di vita”.

L’inflazione erode gli aumenti

LOGOGIMBE

Secondo l’analisi della Fondazione, il rapporto spesa sanitaria/PIL nel 2023 scende a 6,7% rispetto al 6,9% del 2022, anche se in termini assoluti la previsione di spesa sanitaria è di € 136.043 milioni, ovvero € 4.319 milioni in più rispetto al 2022 (+3,8%). “Tuttavia il roboante incremento di oltre quattro miliardi di euro nel 2023 – precisa Cartabellotta – è solo apparente: sia perché oltre due terzi (67%) costituiscono un mero spostamento al 2023 della spesa sanitaria prevista nel 2022 per il rinnovo contrattuale del personale dirigente, sia per l’erosione del potere di acquisto visto che secondo l’Istat a oggi l’inflazione acquisita per il 2023 si attesta a +5%, un valore superiore all’aumento della spesa sanitaria che, invece, si ferma a +3,8%”.

Nel triennio 2024-2026, a fronte di una crescita media annua del PIL nominale del 3,6%, il DEF 2023 stima quella della spesa sanitaria allo 0,6%. Il rapporto spesa sanitaria/PIL si riduce dal 6,7% del 2023 al 6,3% nel 2024 al 6,2% nel 2025-2026. Rispetto al 2023, in termini assoluti la spesa sanitaria nel 2024 scende a 132.737 milioni (-2,4%), per poi risalire nel 2025 a 135.034 milioni (+1,7%) e a138.399 (+2,5%) nel 2026.

È del tutto evidentespiega Cartabellottache il risibile aumento medio della spesa sanitaria dello 0,6% nel triennio 2024-2026 non coprirà nemmeno l’aumento dei prezzi, sia per l’erosione dovuta all’inflazione, sia perché l’indice dei prezzi del settore sanitario è superiore all’indice generale di quelli al consumo. In altri termini, le previsioni del DEF 2023 sulla spesa sanitaria 2024-2026 certificano evidenti segnali di definanziamento: in particolare il 2024, ben lungi dall’essere l’anno del rilancio, fa segnare un -2,4% che dissolve ogni speranza di nuove risorse per la sanità nella prossima Legge di Bilancio”.

Recentemente la Fondazione ha proposto “Piano di rilancio del SSN” in 14 punti che affronta i problemi principali del Servizio sanitario nazionale che comprendono il sotto-finanziamento, drammatica carenza di personale sanitario, crescenti diseguaglianze, modelli organizzativi obsoleti e inesorabile avanzata del privato.