Il Dipartimento di Giustizia statunitense ha formalmente chiesto a Google di cedere due asset strategici del proprio ecosistema pubblicitario: il marketplace AdX e il server per la gestione degli annunci DFP. La richiesta arriva dopo che un giudice federale ha stabilito che il colosso tech USA ha esercitato illegalmente una posizione dominante in due mercati chiave dell’advertising online.

La decisione, contenuta in un documento depositato ieri in tribunale, segue l’udienza di venerdì scorso in cui Google e il Dipartimento di Giustizia avevano discusso le possibili soluzioni per porre fine al controllo esercitato dall’azienda sugli strumenti pubblicitari utilizzati da editori e piattaforme digitali. Il processo è stato fissato per settembre.

Secondo il Dipartimento, le misure proposte sono indispensabili per ripristinare una concorrenza leale nei mercati delle piattaforme di scambio pubblicitario e dei server pubblicitari per editori. Senza un intervento strutturale, sostiene il governo, Google manterrebbe un vantaggio sleale in grado di soffocare la concorrenza.

Google AdX

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La risposta dell’azienda non si è fatta attendere. In una dichiarazione a Reuters, Lee-Anne Mulholland, vicepresidente delle relazioni istituzionali di Google, ha definito le richieste del Dipartimento “ingiustificate e dannose per editori e inserzionisti”. L’azienda, ha aggiunto Mulholland, è disposta a collaborare su rimedi di tipo comportamentale come l’apertura delle aste pubblicitarie in tempo reale alla concorrenza, ma ritiene illegittimo forzare la vendita di parti del proprio business.

AdX (Ad Exchange) è una piattaforma che consente agli editori online di mettere all’asta in tempo reale gli spazi pubblicitari invenduti, mentre DFP (DoubleClick for Publishers) è un server che permette la gestione centralizzata dell’inventario pubblicitario. Questi strumenti, insieme, costituiscono l’infrastruttura alla base della monetizzazione dei contenuti digitali per numerosi siti di notizie e servizi web.

Già nel 2023 Google aveva proposto alla Commissione Europea la vendita di AdX nel tentativo di chiudere un’indagine antitrust aperta da Bruxelles, ma l’offerta fu respinta dagli editori europei perché fu giudicata insufficiente a garantire un’effettiva riapertura del mercato.

Ora, con un processo federale all’orizzonte e una crescente pressione regolatoria su entrambe le sponde dell’Atlantico, per Google si prospetta una delle sfide più significative nella storia della sua divisione pubblicitaria, un settore che da anni rappresenta la principale fonte di ricavi del gruppo.

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