Dopo sei mesi dal loro lancio nel Paese, iBooks Store e iTunes Movie Store non sono più operativi in Cina. L’agenzia governativa cinese che si occupa dei regolamenti per stampa, cinema, radio e televisione ha infatti bloccato negli scorsi giorni la vendita di libri e film sulle due piattaforme online di Apple. A darne notizia è stato il New York Times e un portavoce di Apple ha confermato il tutto alcune ore dopo.

Per Cupertino potrebbe trattarsi di uno sconvolgimento non da poco, considerando che la Cina è il secondo mercato mondiale per Apple dopo gli USA. Da quando infatti, quasi tre anni fa, l’operatore cinese China Mobile iniziò a vendere i primi iPhone, Apple è cresciuta tantissimo nel difficile Paese asiatico e continua a farlo anche ora. L’ultima trimestrale di Cupertino riferita a Cina, Hong Kong, Macao e Taiwan parla infatti di un +14% su base annua e nell’anno fiscale 2015 i consumatori di questa macro area hanno speso qualcosa come 59 miliardi di dollari in prodotti Apple.

Il blocco dei contenuti potrebbe dipendere anche dal recente e acceso contrasto tra Apple e FBI

L’improvviso blocco delle vendite di contenuti dei due store digitali di Apple potrebbe avere due precise cause. Il governo cinese infatti punterebbe sia a mantenere un controllo più stretto sui contenuti ai quali i suoi cittadini posso accedere, sia a favorire colossi locali come Alibaba, Huawei e Tencent, in una sorta di rivalsa nazionalistica contro l’invasione della tecnologia occidentale di cui Apple (proprio in Cina) rappresenta la massima espressione.

Ma non dimentichiamo anche l’avversione della Cina verso il predominio americano sul web, in un Paese in cui Internet tra l’altro è fortemente regolamentato e tutt’altro che libero. Secondo il New York Times infine questo blocco, di cui non si conosce ancora la durata, potrebbe dipendere anche dal recente e acceso contrasto tra Apple e FBI.

In un Paese come la Cina, in cui il governo punta ad avere libero accesso a tutte le comunicazioni dei suoi cittadini e delle sue imprese, un atteggiamento come quello di Cupertino, votato invece alla massima privacy possibile dei suoi utenti, non dev’essere piaciuto. Apple può solo sperare che il blocco degli store di iTunes Movies e iBooks non sia solo il primo passo di un disegno ben più ampio di contrasto da parte del governo cinese e che non tocchi altri servizi della Mela come ad esempio Apple Pay, lanciato in Cina proprio a inizio anno.