Come si stanno comportando i giganti del cloud in vista del 12 settembre, quando entrerà in vigore il Data Act europeo?

Google Cloud ha lanciato il nuovo nuovo servizio Data Transfer Essentials per i clienti nell’Unione Europea e nel Regno Unito. Creato in risposta ai principi di interoperabilità e scelta del cloud delineati proprio nel Data Act, Data Transfer Essentials è una soluzione per il trasferimento dei dati tra Google Cloud e altri cloud provider. Sebbene la normativa consenta ai fornitori di servizi cloud di trasferire i costi sui clienti, Data Transfer Essentials è disponibile a costo zero.

Google Cloud lo ha progettato per l’elaborazione “in parallelo” dei carichi di lavoro appartenenti alla stessa organizzazione che sono distribuiti su due o più cloud provider, consentendo di creare strategie multicloud flessibili e di utilizzare le migliori soluzioni disponibili tra i diversi fornitori. Tutto questo, secondo l’azienda, favorisce una maggiore resilienza operativa digitale senza incorrere in costi di trasferimento dati in uscita da Google Cloud.

Per iniziare, è possibile consultare la guida alla configurazione e scoprire come aderire e specificare il proprio traffico multicloud. Quello idoneo sarà conteggiato separatamente e comparirà in fattura con prezzo pari a zero, mentre tutto il resto del traffico continuerà a essere fatturato secondo le tariffe del Network Service Tier esistenti.

Sempre in vista del Data Act, Microsoft ha invece annunciato che il trasferimento dei dati via Internet da Azure verso un altro provider di servizi di elaborazione dati sarà offerto “at-cost”, ossia al prezzo di costo. L’iniziativa si inserisce in un contesto in cui le aziende utilizzano sempre più spesso servizi cloud differenti in parallelo e in modalità interoperabile, e mira a semplificare la gestione dei costi di uscita dei dati, tradizionalmente considerati uno degli ostacoli maggiori alla portabilità tra piattaforme.

Crediti: Shutterstock

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Per poter accedere al beneficio, è necessario seguire una procedura specifica. Il cliente deve innanzitutto aprire una richiesta di supporto Azure, fornendo alcune informazioni chiave: l’ID della sottoscrizione, il numero ASN (Autonomous System Number) relativo all’endpoint esterno ad Azure e una stima percentuale, compresa tra 1% e 100%, dei dati trasferiti tra Azure e l’endpoint esterno. Questi dettagli devono essere comunicati per ogni singolo endpoint coinvolto.

Una volta registrata la richiesta, Azure provvede a validare le informazioni e, se conformi, a emettere il rimborso che sarà applicato automaticamente nelle successive fatturazioni. L’agevolazione è disponibile soltanto per le organizzazioni con indirizzo di fatturazione nello Spazio Economico Europeo o nei paesi EFTA, con l’esclusione dei casi in cui il cliente abbia scelto di archiviare i propri dati al di fuori di queste aree geografiche.

Il trasferimento “at-cost” si applica esclusivamente al traffico Internet egress instradato tramite ISP di transito con Routing Preference, purché il servizio sia supportato da tale percorso. Nei casi in cui il servizio non sia supportato, Microsoft accrediterà i costi di egress calcolati sulla propria Premium Global Network. È importante sottolineare che il trattamento dei dati deve avvenire presso la stessa organizzazione, visto che scenari come la consegna tramite CDN o trasferimenti tra endpoint appartenenti a clienti diversi non rientrano nell’iniziativa.

AWS si è invece limitata a dire che “i clienti dell’UE possono richiedere tariffe ridotte per il trasferimento dei dati in casi d’uso idonei previsti dal Data Act. Per maggiori informazioni, contattare l’AWS Customer Support”.