La sovranità tecnologica è divenuta una delle priorità strategiche dell’Unione Europea nel contesto di una crescente competizione globale e di una dipendenza strutturale da attori extraeuropei nei settori digitali chiave. Attualmente, oltre l’80% dei prodotti, servizi, infrastrutture e proprietà intellettuale digitali utilizzati nell’UE proviene da Paesi terzi, con una concentrazione di potere nelle mani di poche grandi aziende globali prevalentemente statunitensi. Questa situazione espone l’Europa a rischi di sicurezza, vulnerabilità economica e perdita di competitività, rendendo urgente una risposta coordinata a livello comunitario.

Il quadro delle dipendenze digitali

I dati sono eloquenti: il 92% dei dati occidentali è archiviato negli Stati Uniti, mentre le aziende americane detengono il 69% del mercato europeo del cloud, contro appena il 13% delle imprese europee. Nel campo dell’intelligenza artificiale, l’UE rappresenta solo il 7% degli investimenti globali, a fronte del 40% degli Stati Uniti e del 32% della Cina. Anche nella produzione di semiconduttori, l’Europa si ferma al 10% della quota mondiale, risultando vulnerabile a interruzioni delle catene di fornitura. Inoltre, la copertura delle reti in fibra ottica e del 5G rimane incompleta, rispettivamente al 64% delle famiglie e al 50% del territorio UE.

Queste dipendenze non sono solo tecnologiche, ma anche normative visto che la legislazione statunitense, come il Cloud Act e il FISA, permette l’accesso extraterritoriale ai dati europei, minando la privacy e la sovranità digitale del continente.

Proposte e iniziative parlamentari

Per affrontare queste criticità, il Parlamento europeo, attraverso la Commissione Industria, Ricerca ed Energia (ITRE), ha adottato un rapporto che definisce la sovranità tecnologica come la capacità dell’UE di progettare, sviluppare e scalare tecnologie digitali cruciali per la competitività economica e il benessere pubblico. Il rapporto propone una politica industriale europea per l’ecosistema digitale, che includa:

  • Standardizzazione, ricerca e sviluppo, accesso al mercato e cooperazione internazionale
  • Un quadro di valutazione dei rischi per monitorare e affrontare le dipendenze nella catena del valore digitale
  • La creazione di una Infrastruttura Digitale Pubblica europea (DPI), che comprenda semiconduttori, connettività, cloud, software, dati e IA

sovranità digitale

Si raccomanda inoltre di destinare risorse adeguate nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale per investimenti in calcolo ad alte prestazioni, quantum computing, ecosistemi IA e biblioteche digitali. Particolare attenzione viene posta sulle infrastrutture critiche (cavi, torri cellulari, satelliti, data center, spettro radio), che dovrebbero ricadere sotto giurisdizione europea e rispettare pienamente il diritto UE.

Riforme normative e investimenti

Il Parlamento sostiene iniziative come il Digital Networks Act e il Cloud and AI Development Act, sottolineando la necessità di una visione olistica dell’infrastruttura digitale che vada oltre la semplice connettività. Più precisamente, si propone di:

  • Riformare gli appalti pubblici per consentire procedure riservate a imprese europee che rispettino criteri di sovranità
  • Allineare la certificazione europea per i servizi cloud (EUCS) agli standard più restrittivi, come il francese SecNumCloud, per garantire l’immunità dei dati dalle leggi extraterritoriali
  • Facilitare la diffusione del 5G tramite la condivisione delle infrastrutture e la revisione delle condizioni sulla concentrazione aziendale
  • Modificare l’European Chips Act per incentivare la produzione di semiconduttori nell’UE e l’acquisizione di know-how tecnologico

Per stimolare gli investimenti privati, si suggerisce di facilitare l’accesso ai finanziamenti per le aziende tecnologiche europee, consentendo anche a fondi pensione e assicurativi di investire nei settori strategici. Inoltre, si propone una riduzione del carico regolatorio, adottando un modello “One-In, Two-Out” simile a quello statunitense.

Il rafforzamento della sovranità tecnologica deve andare di pari passo con la sostenibilità ambientale. I data center europei consumano già il 2,7% dell’elettricità dell’UE, con una crescita prevista del 28% entro il 2030. Iniziative come EuroStack, ispirata al modello indiano, puntano a costruire un’infrastruttura digitale europea resiliente, aperta e sostenibile, promuovendo la collaborazione tra PMI, grandi aziende e istituzioni pubbliche.