C’era una volta il computer, che negli anni Sessanta era grande quanto una stanza. Nei Settanta è diventato mini (si fa per dire, perché comunque erano dei grossi armadi), e negli Ottanta micro e poi personal, entrando negli uffici e nelle case.

Negli anni Novanta Internet li ha collegati tutti assieme, e nei Duemila la continua miniaturizzazione li ha portati nei nostri zaini, nelle tasche, al polso, negli elettrodomestici… Ora il computer è dappertutto e da nessuna parte.

Lo stesso è accaduto all’altro estremo della rete: i server sono stati virtualizzati, sparendo nella nuvola del cloud, e le applicazioni sono diventate container e microservizi che scambiano dati tra loro a ritmo forsennato.

Anche gli algoritmi, linfa vitale del computer, sono sempre più inafferrabili, nascosti nelle relazioni tra i dati presenti nei modelli di intelligenza artificiale.

Vista così, il termine “computer” appare oggi obsoleto. Non rispecchia più la realtà di un mondo in cui il vero elemento distintivo è il paradigma del digitale.

Ad aver fatto il suo tempo è anche la collaborazione con l’editore americano Foundry, ex IDG, che ha preso una direzione che non incontra più le nostre esigenze e priorità.

Per questo motivo, da oggi Computerworld Italia cambia nome e diventa DigitalWorld. Continuando ad affondare le proprie radici nella storia dell’informatica, ma guardando sempre più a un presente che richiede informazioni sempre più aggiornate e analisi competenti su un mondo in evoluzione.

Con questo spirito, cambiano nome anche altre due testate del nostro network.

CIO Italia diventa DigitalManager

Se è vero che il CIO rimane il principale punto di riferimento interno alle aziende per l’innovazione digitale, è anche vero che questo sapere non può restare confinato all’interno della funzione IT.

In questo senso, il termine digital accompagna sempre più spesso il titolo dei dirigenti in diverse funzioni, dal marketing alle risorse umane, alla produzione.

ChannelWorld diventa DigitalPartner

Come “computer”, anche il termine “canale” non rispecchia più la realtà di oggi, perché ricorda un mondo in cui le aziende dell’information technology erano principalmente – chi più, chi meno – un mezzo di trasporto tra produttore, distributore, rivenditore e utente finale.

Oggi le aziende  hanno sempre meno bisogno di un rivenditore, e sempre più di partner esperti che le accompagnino nei propri processi di trasformazione, aggiungendo al prodotto competenza ed esperienza. Le aziende ICT stanno rispondendo, anche con nuovi modelli finanziari in cui le formule dell’acquisto e del leasing lasciano il posto a servizi gestiti con un modello di abbonamento e pagamento al consumo.

Vi aspettiamo quindi su DigitalWorldItalia.it

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Come in ogni trasloco, nei prossimi giorni potreste trovare sul sito – metaforicamente – qualche scatolone ancora da sistemare e un po’ di polvere sui pavimenti. Vi chiediamo un po’ di pazienza e segnalateci eventuali problemi all’indirizzo redazione@digitalworlditalia.it.

Buona lettura.