Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con la responsabilità dell’innovazione Alessio Butti ha nominato 13 esperti del mondo accademico e non solo che andranno a comporre un comitato con lo scopo di fornire linee guida per l’approccio nazionale all’intelligenza artificiale o, più semplicemente, per indicare una strategia italiana per l’IA.

Stando al decreto, il comitato ha tempo fino al 31 gennaio 2024 per elaborare una serie di linee guida nell’ambito dell’intelligenza artificiale da consegnare a Butti. A coordinare questo team di esperti è Gianluigi Greco, direttore del dipartimento di Matematica e informatica presso l’Università degli Studi della Calabria, mentre tra gli altri membri figurano l’astrofisica Viviana Acquaviva, padre Paolo Benanti (docente presso la Pontificia università gregoriana), il prorettore dell’Università di Torino, Guido Boella, e Virginio Cantoni, docente emerito dell’Università di Pavia.

Inoltre, una segreteria tecnica istituita presso l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) collaborerà con il comitato nell’organizzazione delle attività e nella stesura dei documenti. L’AgID è stata designata come l’agenzia responsabile dell’IA e potrebbe in futuro svolgere un ruolo di autorità di controllo in base alle disposizioni dell’AI Act, il nuovo pacchetto di regole sull’intelligenza artificiale discusso a livello europeo.

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Butti ha anche annunciato l’intenzione di creare un fondo dedicato all’IA con un finanziamento di 800 milioni di euro, gestito in collaborazione con l’Agenzia nazionale sulla cybersecurity (ACN) e il Fondo nazionale innovazione di Cassa depositi e prestiti. Questo potrebbe portare alla costituzione di una fondazione.

Se un comitato per l’intelligenza artificiale non vi suona del tutto nuovo, è perché in effetti, dopo la commissione sull’IA voluta nel 2018 dal primo governo Conte, più recentemente il sottosegretario del governo con responsabilità nell’editoria Alfredo Barachini, in quota Forza Italia, ha instituito un comitato sugli algoritmi presieduto dal presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Amato, con lo scopo di valutare i rischi e le opportunità che l’applicazione dell’intelligenza artificiale può avere nel mercato dell’editoria e sul giornalismo.

L’Italia si ritrova quindi ad avere due comitati impegnati nel gestire a livello nazionale una materia sicuramente complessa come l’intelligenza artificiale e, proprio perché parliamo di una tecnologia molto recente e fortemente specializzata, la nomina dell’85enne Amato alla guida del team voluto da Barachini ha fatto storcere il naso a molti (soprattutto all’interno di Fratelli d’Italia), compreso la stessa Presidente del Consiglio.