Per la sua capacità di anticipare i tempi e vivere sempre un passo più avanti degli altri, David Bowie è stato spesso considerato un marziano, un uomo venuto dal futuro. Quel che molti ignorano è che questa sua capacità non si è limitata alla produzione artistica, ma riguarda anche le tecnologie digitali.

David Bowie è stato tra i primissimi a realizzare CD-Rom interattivi, a vendere brani musicali in digitale, a trasmettere concerti in streaming. E ha persino fondato un Internet Service Provider, BowieNet.

Il suo interesse va però molto al di là delle possibilità dello sfruttamento commerciale e ai fini di marketing della piattaforma Internet. Come dice The Guardian in un articolo dedicato al suo ruolo di precursore in campo digitale, già a metà degli anni Novanta David Bowie riteneva che la Rete rappresentasse un cambio di paradigma: un nuovo ambiente e un nuovo strumento che avrebbe permesso un coinvolgimento del pubblico nell’opera d’arte stessa.

“Se avessi 19 anni oggi, lascerei perdere la musica per dedicarmi a Internet”

Nel 1999, quando ancora molte aziende stentavano a fare i primi passi in rete, ha dichiarato “Se avessi 19 anni oggi, lascerei perdere la musica per dedicarmi a Internet”.

Abbiamo ripercorso qui le principali tappe dell’esplorazione della rete e della tecnologia da parte di David Bowie. Chi già praticava la rete in quegli anni, e sa bene quanto embrionale fosse il suo stato di evoluzione, non potrà non stupirsi per le date associate agli avvenimenti. Bowie era davvero in anticipo di un decennio sui tempi. E sapendo quanto conti un decennio in termini di anni-Internet, viene davvero il dubbio che sia caduto dallo spazio.

1994: CD Rom interattivo

Esce Jump, un CD-Rom per PC che permette agli utenti di creare un proprio video per il brano Jump They Say, contenuto nell’album Black Tie White Noise. Sul disco sono presenti anche video con interviste all’artista e i video musicali dell’album.

1996: brano in esclusiva per internet

Bowie è la prima rockstar a distribuire un nuovo brano, Telling Lies, esclusivamente online, vendendo 300.000 copie. Ricordiamo che all’epoca non esistevano non solo iTunes e gli iPod, ma nemmeno i lettori Mp3 portatili (MPMan e Diamond Rio sono del 1998).

1997: concerto in streaming

Il concerto di Boston dell’Earthling tour è stato il primo a essere trasmesso in streaming su Internet, anche se le carenzw dell’infrastruttura internet dell’epoca ha permesso una visione fluida solo a un numero molto basso di spettatori.

1998: l’ISP BowieNet

Mentre da noi doveva ancora arrivate l’ondata degli Internet provider gratuiti, David Bowie lanciava negli USA un proprio servizio di accesso a internet dial-up. Oltre all’accesso a Internet, gli abbonati potevano consultare un sito dedicato all’artista, con fotografie, video e informazioni, oltre a includere l’accesso a diversi siti di contenuto musicale premium. Molti fan non si sono lasciati scappare l’opportunità di avere un indirizzo email @bowienet.

L’intenzione di Bowie, non concretizzata per i limiti tecnologici dell’epoca, era quella di creare una comunità virtuale in cui gli avatar degli utenti e dei suoi fan avrebbero potuto muoversi in uno spazio 3D e relazionarsi tra loro. Mancavano ancora cinque anni al lancio di Second Life.

1999: smart watch, smart glasses, smart home

In un’intervista a Computerworld, Bowie parla di prodotti che avrebbero visto la luce più di dieci anni dopo, con opinioni definite e una visione molto chiara

2013: lancio virale

Il primo singolo dell’album The Next Day, Where Are They Now, ha avuto un lancio singolare. Il video della canzone è stato publicato sul sito di David Bowie, e il brano publicato su iTunes in 119 paesi, ma non ne è stato dato alcun annuncio. È bastato il semplice passaparola virale a decretare il successo della canzone.