Bill Gates si schiera accanto all’FBI e al governo USA nella battaglia con Apple, che si oppone alla richiesta di creare un tool per sbloccare l’iPhone di un terrorista coinvolto nell’attentato di San Bernardino

Il fondatore di Microsoft si defila dal coro degli executive della Silicon Valley, più o meno tutti schierati dalla parte di Apple nella contesa con l’FBI, che ha richiesto di creare una versione modificata di iOS in grado di agevolare l’agenzia nella decrittazione di un iPhone usato da uno dei terroristi che hanno compiuto la strage di San Bernardino del 2 dicembre scorso.

In un’intervista pubblicata ieri dal Financial Times, Gates afferma che il suo sostegno è dovuto principalmente al fatto che l’FBI sta chiedendo assistenza per sbloccare un singolo telefono, e non di indebolire iOS introducendo una backdoor generalizzata.

Secondo Gates, il caso non è poi diverso da quando le autorità richiedono a una compagnia telefonica di accedere ai dati di una specifica utenza, o a una banca di vedere i movimenti di un certo conto corrente.

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La posizione di Gates è in controtendenza rispetto a quella di altri alti dirigenti del settore hi-tech. Per fare solo i nomi più celebri, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg, quello di Google Sundar Pichai e Jack Dorsey, CEO di Twitter, hanno tutti espresso il loro appoggio ad Apple nella questione.

Gates non si trova certo a disagio nell’essere schierato dalla parte opposta rispetto ai suoi colleghi. Del resto, è una posizione che occupa fin dagli anni 70, quando con una lettera aperta alla comunità hacker ha cominciato una battaglia non solo contro la pirateria, ma contro i principi del software open source tout-court che è durata fino a pochi anni fa.

In questo caso, però, Gates sembra essersi schierato dalla parte della maggioranza degli americani. Secondo un sondaggio condotto dal Pew Research Center, il 51% degli americani sostiene che Apple dovrebbe fornire assistenza all’FBI, il 38% che non dovrebbe farlo, e l’11% non prende una posizione o non risponde.

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