Mentre l’azienda americana è impegnata nello sviluppo di nuovi progetti, in Italia il servizio di Uber viene sospeso. Il Tribunale di Milano, infatti, si è espresso a favore dei tassisti che da mesi protestavano contro il servizio proposto dalla società. Attraverso l’app Uber Pop, era possibile dichiarare la disponibilità della propria auto per offrire un passaggio agli utenti che, attraverso la stessa app, potevano selezionare la vettura disponibile più vicina a loro. E proprio l’app è stata al centro della sentenza emessa dal giudice Claudio Marangoni della sezione specializzata imprese del Tribunale di Milano.

L’applicazione è stata bloccata perché “interferente con il servizio taxi organizzato dalle società, svolto dai titolari di licenze”, spiega il giudice. A differenza del car sharing, in cui l’autista ha necessità di effettuare un determinato tragitto e offre un passaggio per condividere le spese, con il servizio offerto tramite Uber Pop “l’autista non ha un interesse personale a raggiungere il luogo indicato dall’utente e, in assenza di alcuna richiesta, non darebbe luogo a tale spostamento”. Questo favorisce quindi una concorrenza sleale verso i tassisti regolarmente provvisti di licenza e incrementa, sempre secondo il giudice, “il fenomeno dell’abusivismo”.

Con l’app viene sospeso anche il servizio offerto da Uber. La società ha adesso 20 giorni di tempo per fare ricorso contro la sentenza.