Sinonimo di piattaforma per la condivisione, l’archiviazione e l’accesso alle informazioni più disparate, il cloud è sempre più spesso alla base dell’erogazione di servizi gestiti, incluse le telecomunicazioni. Pur offrendo innumerevoli opportunità alle telco di nuova generazione, il cloud presenta tuttavia criticità da evidenziare come la tutela della privacy e la protezione dei dati gestiti nella nuvola.

Evolutosi da mero trend a vero e proprio modello di business a livello globale, il cloud permette all’utenza professionale, così come a quella privata, di accedere a dati, server virtuali, NAS, centralini IP, archivi, strumenti IoT e a numerosi altri servizi e applicazioni offerti dai più diversi operatori in qualsiasi momento, in maniera semplice ed efficace. Tra i vantaggi del cloud per le aziende emergono la completa mobilità e l’abbattimento dei costi di gestione delle infrastrutture IT aziendali, ora molto più flessibili.

I servizi avanzati, come le Unified Communications, erogati tramite cloud si inseriscono nello scenario digitale generando nuove opportunità di comunicazione e interconnessione a livello globale, dando vita ad una nuova schiera di operatori telco privi del retaggio della telefonia tradizionale e in grado oggi di fornire linee telefoniche e centralini ospitati nel cloud, commercializzati con formule innovative, flessibili e molto più appetibili rispetto al passato. D’altronde, visto che tutta la nostra vita è ormai in rete, perché non anche la soluzione per le nostre telecomunicazioni?

Secondo 3CX, azienda globale esperta in Unified Communications, da una parte i vantaggi del cloud e dell’universo as a service sono indiscutibili, ma dall’altra tutti i nostri dati, che nel caso delle telecomunicazioni comprendono le rubriche dei contatti, la reperibilità degli interlocutori aziendali o esterni, i log delle chiamate, eventuali registrazioni delle stesse e molto altro, sono gestiti in cloud su piattaforme più o meno accessibili e sicure.

Cloud_computing cloud pubblico

Vista la natura delle informazioni e dei dati trattati, sono necessarie discrezione e accuratezza oltre che un elevato grado di attenzione, conseguibile solamente se chi usufruisce della “nuvola” è consapevole che la sicurezza informatica non va sottovalutata. Purtroppo, però, la maggior parte di fruitori dei servizi in cloud non sa dove vengono archiviate le loro informazioni e tantomeno a quali normative su sicurezza e privacy sono soggetti i gestori del servizio. Ne consegue la difficoltà di comprendere come e quali procedure di controllo e sicurezza saranno applicate.

È invece imperativo essere informati in maniera chiara e trasparente su chi gestirà i dati archiviati, chi potrà accedervi e quali procedure verranno adottate dal fornitore di servizi in materia di recupero dei dati. Esternalizzare la maggior parte dei servizi a un costo ridotto rende il cloud un’appetibile opportunità per le imprese. Tuttavia, se non è possibile verificare e conoscere il livello di sicurezza e conformità offerto dal gestore, l’accesso indesiderato ai propri dati, abitudini, documenti e quant’altro, potrebbe creare non pochi problemi.

Al momento non esistono norme standardizzate a livello globale. Diverse organizzazioni no profit stanno cercando di individuarne alcune in modo da uniformare i requisiti di sicurezza da applicare. L’altro lato della medaglia è che l’assenza di standardizzazione concede ai fornitori la libertà di implementare protocolli e procedure di sicurezza.

La presenza di una solida infrastruttura di sicurezza e di disaster recovery deve essere la priorità per chi sceglie il cloud per archiviare, gestire e accedere ai propri dati e quindi fruire di servizi critici come la telefonia. In sede di valutazione dei reali benefici del cloud sarebbe quindi opportuno che il vantaggio economico dello stesso passi in secondo piano rispetto alla sicurezza dei dati e alla disponibilità dei servizi.