Lo scorso anno Red Hat ha deciso di comprendere come i leader IT pensano all’open source, perché lo scelgono e come intendono utilizzarlo in futuro. Il risultato è stato il report The State of Enterprise Open Source 2019, che ha confermato come l’enterprise open source sia diventato una scelta predefinita dei dipartimenti IT di tutto il mondo e come le organizzazioni lo utilizzino in ambiti storicamente associati alla tecnologia proprietaria.

Per la seconda edizione del sondaggio Red Hat ha analizzato più a fondo come sono cambiati intenzioni e utilizzo dei leader IT intervistando 950 professionisti in quattro regioni. Gli intervistati dovevano avere una certa familiarità con l’open source in azienda e almeno un 1% di software Linux installato presso la loro organizzazione. Ecco i quattro punti salienti emersi dal report.

L’open source guida la strategia

I numeri non mentono sull’importanza dell’open source: il 95% degli intervistati (rispetto all’89% dell’anno scorso) ha dichiarato che è importante per la strategia software globale delle infrastrutture della propria organizzazione. Non solo questi leader IT adottano l’open source, ma vedono positivamente anche altre organizzazioni che lo usano. Gli intervistati hanno confermato che ritengono l’enterprise open source sia scelto dalle aziende più innovative (86%).

Poiché si prevede che l’uso dell’open source in azienda aumenterà nei prossimi due anni, l’impiego del software proprietario dovrebbe diminuire. L’anno scorso si è scoperto che più della metà (55%) del software utilizzato dagli intervistati per il report 2019 era proprietario. Quest’anno è sceso al 42%; tra due anni ci si aspetta che il campione scenda al 32%. Al contrario, gli intervistati hanno condiviso che oggi il 36% del software della loro organizzazione è open source e si aspettano che aumenti al 44% nei prossimi due anni.

L’open source aziendale e il cloud ibrido

Il cloud computing è diventato parte integrante della strategia aziendale e dell’architettura IT delle imprese e il cloud ibrido è emerso come l’approccio principale per il cloud. Il sondaggio ha rilevato che il 63% degli intervistati dispone oggi di un’infrastruttura cloud ibrida. Tuttavia, del 37% che non ce l’ha, il 54% prevede di avere un’infrastruttura cloud ibrida entro i prossimi 24 mesi. Il cloud ibrido è il cloud predominante per molte ragioni. Non tutti i carichi di lavoro sono adatti per gli ambienti di cloud pubblico, ma un approccio cloud ibrido che può spaziare dall’edge e dal bare metal a più cloud pubblici (multicloud) può offrire massima scelta e flessibilità agli utenti finali.

Con il ruolo crescente rivestito dal cloud, i professionisti IT si affidano all’open source per aiutarli a realizzare la loro piattaforma. L’83% di essi ha dichiarato che l’enterprise open source è stato determinante per consentire alla loro azienda di sfruttare le architetture del cloud.

I vantaggi vanno ben oltre i risparmi

Il software open source è stato a lungo visto come un’opzione efficiente in termini di costi, ma non è più considerato il fattore trainante. Le organizzazioni che utilizzano l’open source stanno vedendo una moltitudine di vantaggi. In netto contrasto con l’anno scorso, gli intervistati hanno dichiarato che la maggiore qualità del software (33%) è stata la ragione principale per cui hanno scelto l’open source, seguita da minori costi totali di proprietà (30%) e da una migliore sicurezza (29%).

Ecco dove si può trovare

Ci sono luoghi tradizionali in cui ci aspettiamo di trovare l’open source, ma ne stiamo vedendo l’uso sempre più spesso in aree tipicamente associate ad applicazioni proprietarie. Gli intervistati hanno infatti confermato che i primi tre ambiti in cui oggi vengono utilizzate soluzioni open source sono la sicurezza (52%), gli strumenti di gestione del cloud (51%) e il database (49%).