La scorsa settimana Office 365 e una serie di altri servizi Microsoft sono stati interrotti a causa di un errore DNS e due giorni fa è toccato a Google Docs. In entrambi i casi, come era normale aspettarsi, ci sono state diverse lamentele da parte degli utenti. So che non c’è niente di nuovo su simili problemi quando si parla di SaaS (Software-as-a-Service). Succedono continuamente, ma gli ultimi casi hanno colpito maggiormente nel segno.

Forse è perché mio nipote William attualmente va a scuola da remoto. Tutto ciò che apprende quest’anno viene eseguito sul suo Chromebook tramite Google Workspace for Education Fundamentals. Quando la suite è down, William smette di fare lezione e torna a guardare Peppa Pig. Non è una cosa negativa di per sé (gli piace molto Peppa Pig), ma è un problema che va oltre la semplice classe. Come ha detto una persona su Reddit, “tutta la mia scuola è praticamente messa in ginocchio da questi disservizi; non possiamo scaricare i prodotti Microsoft sui nostri Chromebook o qualsiasi altro programma di scrittura”.

Questo sì che è un problema. Ogni volta che dipendete interamente da un singolo programma o suite basato su cloud, siete destinati prima o poi a imbattervi in una situazione spiacevole e problematica. Ad esempio, con il 15 aprile alle porte (giorno di scadenza per le dichiarazioni fiscali delle aziende negli USA), portali come Quickbooks Online e TurboTax stanno “bruciando”. E molte aziende vivono (o muoiono) ogni giorno utilizzando programmi CRM (Customer Relationship Management) come Salesforce, HubSpot o Freshworks.

Le suite per ufficio sono una questione diversa. Se lavorate al computer, è probabile che stiate utilizzando una suite per ufficio almeno per una parte della giornata. Pertanto, potrei suggerire, prima di investire tutto in Office 365, Google Workspace o Zoho Office Suite, di prendere in considerazione l’idea di mantenere una suite per ufficio aziendale standard. Potreste usare Office 2019 o il prossimo Office 2021. Ma permettetemi di offrire un suggerimento migliore e più universale: LibreOffice.

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LibreOffice è una suite per ufficio open source basata su OpenOffice, che ha sostituito anni fa. Include un word processor (Writer), un foglio di calcolo (Calc), un creatore di presentazioni (Impress), un editor di grafica vettoriale e diagrammi di flusso (Draw), un semplice programma di database (Base) e un editor di formule matematiche (Math).

Se potete usare altri programmi per ufficio, potete usare LibreOffice. Supporta la maggior parte dei formati di documenti più diffusi oggi, inclusi Microsoft Word (.doc, .docx), Excel (.xls, .xlsx), PowerPoint (.ppt, .pptx), Adobe PDF e Open Document Format (ODF). Certo, il suo supporto per i formati Microsoft non è perfetto e quindi, se state facendo un lavoro molto elaborato in Word o Excel, fareste meglio a restare con Office.

D’altra parte, LibreOffice non vi costerà un solo centesimo. È anche disponibile su tutti i principali sistemi operativi desktop. E, quando dico tutti, intendo tutti. Parliamo infatti di Windows, macOS, Android, iOS, Linux e persino ChromeOS (quest’ultimo grazie al partner commerciale di LibreOffice Collabora tramite Google Play Store).

Potete anche eseguire LibreOffice dal cloud con LibreOffice Online. Collabora, che offre server LibreOffice alle società cloud, supporta anche le istanze del server LibreOffice Online per Debian, Ubuntu, CentOS, openSUSE, Univention Virtual Machines e immagini Docker.

È una soluzione abbastanza valida da convincervi ad abbandonare le suite per ufficio sul cloud pubblico? Dipende da voi. Personalmente, utilizzo LibreOffice e Google Docs praticamente in modo intercambiabile. Quello che so è che è bello rendersi conto che, indipendentemente dalla macchina su cui mi trovo, avrò sempre una suite per ufficio a portata di mano, indipendentemente da ciò che sta accadendo sul cloud o anche se non ho una connessione Internet.