La scorsa settimana il CEO di Nvidia Jensen Huang ha incontrato un gruppo di analisti per parlare dei suoi annunci del Computex, che non sono risultati così degni di nota come invece lo è stato un annuncio alla fine della sua presentazione. Nelle note finali del meeting, Jensen ha infatti presentato Omniverse nello stesso modo con cui aveva parlato della guida autonoma 20 anni fa, ovvero come una rivoluzione tecnologica a livello globale. Jensen aveva ragione allora e penso che probabilmente abbia di nuovo ragione ora.

Anche se di Omniverse si sta parlando poco (è comunque già disponibile una versione open beta), in realtà questa piattaforma potrebbe rendere obsolete la maggior parte, se non tutte, le attuali piattaforme di videoconferenza esplose come popolarità soprattutto nell’ultimo anno e mezzo. Ma esattamente cos’è Omniverse e perché potrebbe trasformarsi in una prossima e deflagrante next big thing?.

Le funzionalità di videoconferenza che ancora ci mancano

Mi occupo di videoconferenza dagli anni ’80 e due requisiti sono stati costantemente trascurati: l’interoperabilità e gli impegni collaterali. L’interoperabilità è quella che mi infastidisce di più; era un chiaro requisito per i telefoni all’inizio ed è stata applicata agli smartphone in un secondo tempo (eccetto per le videochiamate). Persino Microsoft, che su questo versante non ha nulla da imparare da nessuno, non si è fatta avanti per affrontare l’interoperabilità, probabilmente perché un provider non può farlo.

D’altronde nessun concorrente abbraccerà un prodotto concorrente, ma un provider di terze parti come come Nvidia potrebbe creare uno standard che gli altri potrebbero abbracciare.

L’altro problema, molto più difficile da risolvere, è l’impegno collaterale. Quando vi presentate a una riunione fisica, potete conversare con altre persone nella stanza, per poi uscire e magari pranzare con qualcun’altro. Queste discussioni collaterali sono spesso preziose perché potreste scoprire elementi e dettagli importanti che altrimenti non avreste saputo, nonché sviluppare relazioni che saranno utili nel vostro lavoro attuale e nella vostra carriera a lungo termine.

Omniverse e i “gemelli digitali”

Omniverse è stata creata come piattaforma di collaborazione e simulazione. È una rappresentazione virtuale fotorealistica del mondo naturale progettata per promuovere l’interazione. Se volete incontrare qualcuno in Omniverse, avete bisogno di qualcosa che vi permetta di entrare in questo mondo virtuale. Idealmente, utilizzando un visore per realtà virtuale (VR), potreste navigare in un gemello digitale di un edificio con uffici, trovare un gemello digitale di una sala conferenze e poi sedervi a un tavolo virtuale con gli altri partecipanti.

Vedreste i loro gemelli digitali e loro vedrebbero i vostri. La bocca del vostro gemello si muoverebbe a seconda di quello che dite e il vostro gemello sarebbe vestito in modo appropriato per l’evento, anche se siete appena usciti dalla doccia. Inoltre, nel caso lo vogliate, con Omniverse nessuno vedrebbe la vostra casa sullo sfondo.

Se poi volete avere una conversazione con un altro partecipante alla videoconferenza, potete selezionare quel partecipante nella stanza (indipendentemente da dove si trova virtualmente), rendere la vostra conversazione privata e creare un canale di comunicazione sicuro senza disattivare l’altoparlante o altri partecipanti. Questo approccio sarebbe addirittura meglio che essere lì di persona, dove sareste visti e ascoltati.

Le funzionalità di sintesi vocale potrebbero poi registrare ciò che viene detto. Un’intelligenza artificiale conversazionale potrebbe quindi generare un riepilogo della riunione, evidenziando le cose che vi interessano di più e creare una sequenza temporale e un promemoria per le attività che avete accettato di svolgere.

Per ogni argomento di discussione che ruota intorno a una cosa o a un luogo, potrebbe essere introdotto il relativo gemello digitale, oppure il gruppo potrebbe viaggiare virtualmente nel punto in cui si trova all’interno di Omniverse con un clic del mouse. E indipendentemente da dove vi trovate fisicamente, potreste essere sempre puntuale alla riunione e fare pause senza interruzioni (l’IA conversazionale prenderebbe appunti al posto vostro e intanto potreste continuare ad ascoltare).

Tirando le somme, quello che Huan ha detto nelle sue osservazioni finali è che Omniverse ha più potenziale di guadagno per i designer rispetto al mondo reale perché Omniverse non ha limiti fisici. Potrebbe infine portare a numerosi mondi virtuali paralleli, creando un’opportunità quasi infinita di creazione non limitata dalle dimensioni di una città, una nazione o un pianeta.

Potrebbe in pratica diventare l’Holodeck di Star Trek reinventato anche se non centinaia di anni nel futuro; potremmo infatti avere a disposizione la maggior parte di tutto questo in cinque anni con le persone giuste fortemente impegnate nel progetto. E se ciò accadrà, quelli che non saranno a bordo di Omniverse diventeranno obsoleti, come successo ai produttori dei primi smartphone quando fu lanciato l’iPhone.

Immaginate di fare una presentazione senza slide in cui l’intelligenza artificiale crea animazioni fotorealistiche 3D in tempo reale dell’argomento. Omniverse anticipa questa possibilità in un modo in cui le piattaforme esistenti non riescono ancora a fare. Questa offerta potrebbe cambiare enormemente il modo in cui interagiamo e collaboriamo e rendere le riunioni virtuali, una volta per tutte, molto più produttive di quelle reali.