La trasformazione digitale ha risolto alcuni punti precedentemente affidati a inadeguati processi di business. L’introduzione di nuova tecnologia, però, ha anche aperto nuove porte, di fatto ampliando il divario reale tra ICT e business.

Il risultato finale è una situazione più incerta, nella quale si assiste a due diversi fenomeni sui dati, la posizione e la gestione.
La complessità attuale degli ambienti, che la si voglia o no, porta a fondamenta che coesistono su on-prem, colocation, multicloud da privato a pubblico e a vario livello di complessità. Contemporaneamente i dati sono organizzati in un numero elevato di diverse strutture, da proprietari a SQL, da no-SQL a open source.

Per risolvere la complessità del presente e garantirsi un sereno futuro, l’organizzazione deve riprendere il controllo dei dati: consistency is the key. In quest’ottica approcci articolati come quelli di Nutanix, che collabora con i maggiori fornitori di database in ottica aperta, garantiscono governance nel presente e lunga vita nel futuro.

Il rischio è che le aziende non sappiano più scegliere e via via scompaiano: letargia organizzativa, l’ha definita Keith White, EVP e GM di HPE GreenLake.

E’ questa l’estrema sintesi della plenaria di presentazione del Nutanix Database Summit 2022. Esperti di settore, leader del mondo database e rappresentanti di Nutanix hanno affrontato la realtà del mondo ICT con una sintesi ben strutturata e ricca di suggerimenti per qualsiasi figura, dal developer al DevOps, dal manager all’MSP, per comprendere la realtà d’oggi.

Database ancora on-prem al 75%

“Oggi è normale che le aziende gestiscano decine o centinaia di petabyte, una quantità enorme”, ha detto Phil Goodwin, Vicepresidente della ricerca di IDC; “ma il 75% di questi dati è ancora on-premises e solo il 25% è nel cloud”. La migrazione è in corso, ma le aziende sono molto, molto caute.

Analizzeranno insieme le tendenze di mercato in fatto di implementazione dei database e le criticità legate alla gestione dei database sul cloud ibrido.

Una volta portato in cloud, il primo problema del database diventa la data protection. Il primo passo è un sistema di gestione comune su tutti i tipi di ambiente. L’attenzione tecnica si sposta su latenza, normative e giusto rapporto qualità/prezzo, ha spiegato Matt Kimball, Senior Datacenter Analyst presso Moor Insights.

Sogei sta con Nutanix

L’Italia ha ribadito la sua presenza nel mondo Nutanix grazie alla case history di Sogei, che gestisce, tra l’altro, 1 miliardo di ricette mediche annue e 7 miliardi di scommesse legalizzate. Incalzato da Dom Poloniecki, VP & Sales COO EMEA di Nutanix, Paolo Bussetti, Data Architect dell’azienda, ha portato l’esperienza delle app di tracing e pass sulla gestione del Covid.

Tempi di sviluppo e gestione del sistema complessivo richiedevano una soluzione molto più rispondente di tutte le altre sviluppate finora. Le prime prove, sviluppate con database tradizionali, non avevano dato la giusta risposta, ma adottando il framework di Nutanix e andando su cloud ibrido velocità e semplicità sono divenute le parole d’ordine.

Sono quindi pochi coloro che hanno finora beneficiato appieno dell’avvento del cloud e di tutto ciò che ha comportato. Chi c’è riuscito ha messo il dato al centro senza perdere il focus sulla mission aziendale; cosa più importante ha continuamente abbracciato il cambiamento nel valutare le diverse opzioni che via via si sono presentate.