Lo studio internazionale APIs and the Digital Enterprise: From Operational Efficiency to Digital Disruption, commissionato da CA Technologies e condotto da Freeform Dynamics su un campione mondiale di 1442 responsabili IT e dirigenti d’azienda di Italia, Germania, Francia, Svizzera, Spagna e Regno Unito, fotografa un utilizzo diffuso delle Application Programming Interface (API) fra le aziende italiane quale elemento essenziale al successo nell’economia delle applicazioni.

“Le API sono l’ingrediente essenziale del successo nell’Application Economy, in quanto offrono la possibilità di integrare i sistemi in modo sicuro, fornire ai clienti una migliore customer experience multicanale, adattare velocemente le applicazioni e ottenere un ottimo ritorno sugli investimenti in nuove opportunità digitali” ha dichiarato Fabrizio Tittarelli, CTO di CA Technologies Italia.

Le aziende italiane registrano un’adozione diffusa delle API che permettono ad applicazioni web e mobile di accedere a dati e servizi in rete e su Internet. L’85% del campione utilizza le API per abilitare sviluppatori esterni, l’82% per creare applicazioni web, mentre l’81% se ne serve per integrare applicazioni di back-office.

Fra le principali leve, attuali e future, citate in merito all’adozione delle API, vi sono l’esigenza di ampliare la copertura digitale (91%), di sfruttare l’innovatività degli sviluppatori terzi (87%), di snellire le catene della domanda e dell’offerta (86%) e di erogare nuove/migliori customer experience (85%). Tutti questi elementi possono contribuire al successo delle aziende nell’economia delle applicazioni.

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Nonostante i significativi presupposti a favore dell’utilizzo delle API, pochi fra i soggetti intervistati ritengono di aver affrontato adeguatamente alcune criticità. Solo il 17% delle organizzazioni italiane, ad esempio, ha trovato partner tecnologici in grado di fornire professionalità e servizi di consulenza adeguati, mentre il 24% afferma di avere acquisito una massa critica di sviluppatori nell’ambito dei propri progetti dedicati alle API. Ma ciò che più colpisce è che soltanto il 28% è stato in grado di quantificare il valore delle API in termini di business.

L’API Capability Index, un indice creato in base ai risultati emersi dalle risposte dei 920 manager IT che hanno partecipato allo studio, dimostra infatti come ci sia ancora molto da fare per realizzare appieno i benefici che una strategia efficace può offrire.

Agli intervistati è stato chiesto di indicare se la loro azienda disponesse di 10 requisiti abilitanti per l’utilizzo delle API, raggruppati in quattro categorie: Lifecycle Support, Core Security, Run-time Environment e Operational Management. A ogni risposta è stato assegnato un punteggio, classificato successivamente in tre gruppi a seconda del livello di predisposizione e capacità di utilizzo delle API: ‘Avanzato’, ‘Base’ o ‘Limitato’.

In Italia, il 26% delle aziende intervistate risulta essere a uno stadio ‘avanzato’, davanti a Germania (22%) e Francia (23%), ma dietro al Regno Unito (41%) e alla Svizzera (33%). Il 30% delle organizzazioni italiane è a un livello ‘base’, mentre il 44% appare essere a uno stadio ‘limitato’.

Il 63% delle organizzazioni europee a un livello ‘avanzato’ di utilizzo delle API dichiara infine di poter garantire una customer experience migliore, rispetto al 23% degli utenti a un livello ‘limitato’. Allo stesso modo, il 62% degli utenti a livello ‘avanzato’ ha ridotto i tempi di rilascio delle app con potenziale di incremento di fatturato, contro il 25% degli utenti a un livello ‘limitato’.