Redis, l’azienda dietro l’omonimo database key-value, ha annunciato il ritorno a una licenza open source per il proprio sistema principale. A partire da Redis 8, il progetto sarà infatti distribuito anche sotto licenza AGPL (GNU Affero General Public License), riconosciuta dalla Open Source Initiative (OSI). Una svolta che arriva dopo le critiche suscitate dalla precedente decisione di adottare la controversa licenza SSPL (Server Side Public License), non riconosciuta dalla OSI come davvero open source.

Nel marzo 2023, Redis aveva abbandonato l’apprezzata licenza BSD 3-clause per passare a un modello duale: Redis Source Available License (RSALv2) e SSPLv1. L’obiettivo era impedire ai grandi cloud provider, in particolare Amazon e Google, di offrire Redis come servizio gestito senza accordi commerciali.

Pensavamo che la SSPL sarebbe stata accettata come una buona licenza open source, ma questo non è accaduto” ha ammesso Rowan Trollope, CEO di Redis, in un’intervista a The Register. “La OSI non l’ha mai riconosciuta, e non sembrava intenzionata a farlo”,

Per questo, con Redis 8 l’azienda ha optato per una licenza alternativa più “open source-friendly”, ma comunque restrittiva verso i cloud provider: l’AGPL. Chi offre Redis come servizio, dovrà ora rendere pubblico il proprio codice oppure stipulare un accordo commerciale con Redis Inc. È una logica simile a quella alla base della SSPL, ma con il vantaggio di essere conforme alla definizione OSI di software open source.

redis open source

La notizia del cambio di licenza coincide con il ritorno di Salvatore Sanfilippo, il creatore originario di Redis, che ha costruito il database tra il 2009 e il 2020 sotto una filosofia completamente open. Una presenza simbolica importante, che riafferma l’identità open source del progetto.

Tra le novità più rilevanti di Redis 8, spicca l’introduzione del tipo di dato vector set, pensato per carichi di lavoro legati all’intelligenza artificiale. I vector set permettono infatti di gestire in modo nativo gli “embedding” ad alta dimensionalità e di effettuare ricerche per similarità tra vettori, una funzionalità centrale per molte applicazioni di machine learning e GenAI.

Nonostante il passo indietro verso l’open source, la decisione non ha convinto tutti. Peter Zaitsev, co-fondatore della società di consulenza Percona, ha commentato: “L’AGPL è probabilmente la licenza open source più restrittiva tra quelle popolari ed è una soluzione migliore per i clienti che vogliono restare con Redis, ma per alcuni progetti resta troppo vincolante”.

Lo scontento risale in realtà a un anno fa, quando il passaggio alla SSPL provocò un vero e proprio scisma con la nascita di Valkey, un fork di Redis 7.2.4 sostenuto dalla Linux Foundation e da colossi come AWS, Google, Snap, Ericsson e Oracle. Valkey è ora alla versione 8.1 e promette prestazioni migliorate, con minore latenza, maggiore throughput e un uso più efficiente della memoria.

Il confronto tra Redis e Valkey oggi non è solo tecnico, ma anche filosofico. Da un lato Redis cerca di difendere il proprio modello di business pur mantenendo un legame con l’open source, mentre Valkey si propone come alternativa completamente libera e aperta, con il supporto di grandi player del cloud.