Che le trasformazioni delle grandi aziende ruotino intorno allo sviluppo dell’infrastruttura informatica, è una verità acquisita solo in via teorica e in tempi di crescita e di espansione. Quando si tratta di mettere le cose in pratica, si solito perché ci si trova ad affrontare una lunga crisi, a farla da padrone sono piuttosto il contenimento della spesa, la cessione di rami d’azienda e i licenziamenti.
Una delle poche grandi aziende italiane, rimasta a competere sul mercato internazionale dopo anni difficili, pur non rinunciando ai tagli, sembra voler fare le cose per bene.
Lo si intuisce dal percorso scelto dal gruppo Marcegaglia, colosso della lavorazione dell’acciaio con 4 miliardi di euro di fatturato, che di fronte alle mutate condizioni del suo business ha deciso di rendere più snella e reattiva l’intera struttura, agendo contemporaneamente sulla riorganizzazione aziendale e sul rinnovamento della piattaforma informatica.

La tradizione non basta

Mentre i vendor ripetono come un mantra che chi non si rinnova è destinato a essere travolto da startup che nascono con l’innovazione nel Dna, settori tradizionali dell’industria manufatturiera, come quello siderurgico, sembravano destinati a cambiamenti più lenti. In realtà, pur non essendo ipotizzabile una Uber o una AirB&B della siderurgia, è evidente come l’agilità sia diventata un fattore primario di competitività anche in questo campo. Questo è ancora più vero nel caso di aziende vaste e diversificate come la Marcegaglia, che dal 2008 ha visto peggiorare il proprio posizionamento strategico rispetto alla concorrenza. E non sono solo i concorrenti a preoccupare le aziende che si occupano di manufacturing. Gli stessi fornitori, con l’evoluzione della tecnologia, tendono infatti ad acquisire forza e autonomia, rubando, per così dire, la scena ai grandi produttori in diversi ambiti specifici, specie quelli ad alta redditività.
Se la reazione corretta a questo trend dovrebbe essere il cambiamento di modello di business, le aziende più radicate e con lunga storia, come la Marcegaglia, che ha appena festeggiato cinquant’anni di attività, non possono che vedere la strada del cambiamento come irta di ostacoli.
Alla luce di queste considerazioni, quello che sta accadendo nei 43 stabilimenti della SpA di Gazoldo degli Ippoliti è ancora più interessante come esempio di capacità di reazione.

Migrazione verso Hana e business intelligence

L’operazione, guidata dal Cio Marco Campi e seguita da Capgemini, pur essendo il fulcro di una profonda trasformazione aziendale, è partita con un approccio non distruttivo. Alla base c’è stato il processo di migrazione a Sap S/4Hana dalla release R/3 4.0b, che negli anni era stata profondamente customizzata. e quindi risultava lontana da una reale standardizzazione.
Gli obiettivi erano molteplici e ambiziosi. Si trattava infatti di disegnare un nuovo modello operativo, dando seguito a specifiche necessità del management, di aumentare il livello di standardizzazione adottando un approccio compatibile con le linee guida di Sap, di armonizzare le soluzioni nelle diverse country e di semplificare la mappa applicativa e sistemistica tramite un’evoluzione dei sistemi informativi e un completo processo di digitalizzazione.

pur non essendo ipotizzabile una Uber o una AirB&B della siderurgia, è evidente come l’agilità sia diventata un fattore primario di competitività anche in questo campo

Attualmente l’azienda ha superato il guado del passaggio al nuovo software, ma il percorso è ancora lungo, come specifica lo stesso Campi. “Ad oggi abbiamo portato avanti business intelligence, financial e cash management, oltre a un’importante supply chain optimization. L’anno prossimo contiamo di approdare su Simple Finance, ottenendo importanti semplificazioni sulla parte acquisti, sulle autorizzazioni delle richieste d’acquisto e in altre attività che per noi corrispondono a processi ancora in gran parte cartacei e quindi, naturalmente, migliorabili. Poi sarà la volta di adottare il Crm di Sap e di coinvolgere gli stabilimenti esteri, per arrivare a ottenere un consolidato di gruppo in tempi brevissimi.”

Quanto alla Business Intelligence, il progetto è in corso da qualche mese. “Siamo già in produzione e stiamo sviluppando reportistiche nuove, destinate a sostituire quindici anni di pregresso, a cui seguirà la fase di formazione degli utenti finalizzata ad attivare nuove modalità di fruizione della BI, che non siano push ma pull.” Si tratta di trasmettere, quindi, alle persone la conoscenza necessaria a interrogare autonomamente il sistema in modo da ricavarne di volta in volta i dati d’interesse. Seguendo una logica richiesta peculiare della proprietà, il sistema dovrà anche prevedere un rinnovamento completo nella gestione della tesoreria, i cui processi verranno centralizzati e automatizzati.

Non sono tutte rose e Fiori

“L’innovazione è stupenda ma un’azienda non è fatta solo di giovani. La nostra filosofia è quella di far salire tutti sul treno, per cui ci aspetta un attento change management e un’opera di convincimento, che speriamo possa essere trainata da chi farà da apripista.” Così Campi ha fatto capire quale sia la natura delle difficoltà da affrontare in un’azienda con 6500 dipendenti e mezzo secolo di storia.

L'interfaccia user friendly di Sap Fiori

L’interfaccia user friendly di Sap Fiori

Altre problematiche riguardano il delicato processo di rinnovamento della gestione della supply chain. Per Campi “c’è ancora qualche incertezza relativamente ai tool che andremo a utilizzare, ma inizieremo da una rivisitazione organizzativa del nostro modo di operare. Ci siamo resi conto che non è automatico che tutto funzioni alla perfezione. Bisogna stare attenti ai costrutti che si usano, per cui stiamo attivando dei corsi per i programmatori del nostro team per imparare a sfruttare al meglio le caratteristiche di Hana.” Questo vale in particolare per la migrazione di oggetti custom sui quali è necessario svolgere un’attività di ottimizzazione per assicurarsi che traggano vantaggio dalla nuova tecnologia. Una volta avvenuta la migrazione, comunque, il vantaggio in termini di risposta del sistema è notevole, tanto che report che venivano generati in 7-8 minuti con l’implementazione precedente, possono richiedere solo qualche decina di secondi in Hana. Questo impatta direttamente sull’operatività delle persone. Sul backoffice commerciale, innanzitutto, ma anche, complessivamente, sull’intero settore impiegatizio.

Marco Campi (a destra, Cio di Marcegaglia SpA, insieme a Gianluca Simeone di Capgemini

Marco Campi (a destra), Cio di Marcegaglia SpA, insieme a Gianluca Simeone di Capgemini

Appena Hana sarà a punto si comincerà a parlare di Simple Finance, aprendo le porte a Fiori, che dovrebbe garantire un balzo in avanti in termini di user experience e di semplificazione dei flussi approvativi, ottenendo workflow finalmente malleabili e non più, come li ha definiti lo stesso Campi, simili a camicie di forza.
Fiori consente infatti di armonizzare l’interfaccia del sistema su desktop, portatili e dispositivi mobili, garantendo un accesso a funzioni di interrogazione avanzate con la chiarezza e la semplicità imposte dai canoni moderni di sviluppo dell’interazione con le applicazioni.
Simple Finance, dal canto suo, offre viste aggregate di tutte le informazioni finanziarie di aziende di livello enterprise, assicurando la consistenza dei report e combinando strumenti predittivi, simulazioni e analisi, offrendo al management un supporto decisionale importante. Ovviamente per rendere veramente agile e competitiva un’azienda, non bastano visioni e previsioni, ma il gruppo Marcegaglia, visti gli importanti interventi di riorganizzazione in atto, sembra interessato a completare anche questo aspetto della trasformazione per uscire dal guado e sfruttare, con buon tempismo, i segnali di ripresa.