Mettere in Cloud l’ERP, il sistema informativo più mission-critical in azienda, non è più un tabù in Italia. In molti casi resta ancora più una scommessa che una certezza, ma ci sono alcune condizioni di partenza che aumentano la propensione per questo “passaggio generazionale”. Per esempio la volontà di superare i problemi di eccessiva personalizzazione dei classici ERP on-premise. Per ora prevale la scelta dell’ERP ibrido, con componenti in SaaS (software-as-a-service) innestate su un backbone on-premise, ma il futuro sarà degli ERP “full-cloud”.

Queste le conclusioni salienti della ricerca “ERP in Cloud: valore potenziale e readiness delle imprese”, commissionata da Oracle e Sopra Steria, e realizzata da SDA Bocconi su 25 aziende medio-grandi italiane (o filiali italiane di multinazionali), di cui due approfondite come casi esemplari delle due scelte: ERP full-cloud e soluzione ibrida.

La ricerca ha analizzato la propensione delle aziende italiane verso i sistemi Cloud ERP lungo due dimensioni: quella organizzativo/strategica e quella a livello IT. Per la prima sono emersi soprattutto tre fattori rilevanti: il cambiamento aziendale, la readiness organizzativa, gli obiettivi economici e patrimoniali. “Cambiamento aziendale” significa che le aziende impegnate in una strategia di profonda trasformazione del business (diversificazione, internazionalizzazione, fusioni e acquisizioni, attivazione di piattaforme digitali), sono più propense ad adottare un Cloud ERP. Altri fattori facilitanti sono una scelta decisa di digitalizzazione per la customer experience e l’operatività aziendale, e l’appartenenza ad alcuni settori, per esempio l’engineering. Le meno propense sono invece le imprese di settori regolati, come il bancario.

In Italia i più alti tassi di personalizzazione

Quanto alla “readiness” organizzativa, il punto critico è la scelta tra standardizzazione e personalizzazione. “L’Italia è il paese con il più alto tasso di personalizzazione dei sistemi ERP on-premise, con risultati a volte rovinosi: in alcuni casi il costo finale è stato di 5 volte quello previsto”, spiega Paolo Pasini, Associate Professor of practice di SI e IT/Digital Management di SDA Bocconi, e curatore della ricerca. “Il Cloud ERP spinge alla standardizzazione dei processi, che incontra però spesso la resistenza degli utenti, richiedendo un grande sforzo per la gestione del cambiamento. Sempre più aziende comunque, scottate dall’esperienza con gli ERP on-premise, riversano l’onere della prova sulla business unit: se non vuole la soluzione standard deve portare un solido business case”.

Secondo la ricerca, del Cloud ERP le aziende apprezzano l’agilità e la possibilità di testare a costo zero, meno gradito il rilascio di upgrade a cura del fornitore, che, anche se utile per disporre di soluzioni sempre aggiornate, “costringe” ad analizzare continuamente le novità e applicarle in tempi predefiniti.

Paolo Pasini SDA Bocconi

Paolo Pasini, Associate Professor practice SI e IT/Digital Management, SDA Bocconi

Venendo agli obiettivi economici, continua Pasini, con il Cloud ERP si hanno strumenti per ottenere un migliore controllo dei costi, con una “decentralizzazione” che tende a far aumentare i costi operativi (Opex) e a ridurre quelli Capex. Dalla ricerca però emerge che non è vero che il Cloud ERP trasforma tutte le spese in Opex; inoltre è confermato un lento processo di decentramento della parte appicativa del budget IT verso le funzioni di business.

La seconda dimensione di analisi è la propensione al Cloud ERP a livello IT, e qui un forte fattore facilitante è un quadro di partenza di ERP on-premise molto personalizzati e infrastrutture ICT obsolete. Del Cloud ERP inoltre viene apprezzato un livello di security di dati e applicazioni considerato scontato, che si desidera sempre più alto. Quanto ai fattori di ostacolo, i più gravi sono la mancanza di competenze cloud adeguate in azienda e il fatto che il sistematico ricorso al cloud imponga una trasformazione digitale e organizzativa della stessa funzione IT.

Per ora prevale il modello “ibrido”, ma…

Infine i tre casi. Per esemplificare la scelta dell’ERP ibrido, il report approfondisce il caso di Sherwin-Williams, multinazionale americana che produce vernici, presente in Italia con il marchio Inver. La parte europea di Sherwin-Williams sta ristrutturando la piattaforma ERP (19 sistemi ERP in 23 paesi), verso un backbone Oracle ERP eBusiness Suite 12, completato da alcune soluzioni cloud: Office 365, Salesforce CRM, Oracle PDH (gestione dati di prodotto), Oracle HCM Fusion Suite per la parte HR.

“Le aziende al momento sembrano più orientate verso modelli ibridi, sia come risposta tattica a un bisogno, sia come scelta strategica di protezione degli investimenti – commenta Pasini -. Emerge con frequenza anche l’adozione anche di elementi di piattaforma (PaaS) per adattare e integrare l’ERP in cloud. Però la crescente maturità delle offerte ERP in cloud le porterà in tempi brevi a emergere come scelta vincente sul mercato”.

Siram: personalizzazione sotto il 20% (su PaaS)

Invece per la scelta full cloud alla presentazione della ricerca hanno portato la loro testimonianza Siram e Amplifon. Siram – il cui caso è studiato nei dettagli anche nel report – è uno specialista italiano di servizi di gestione di impianti delle utility (energia, acqua, rifiuti) che fa parte del gruppo francese Veolia, che ha lanciato un piano di trasformazione digitale radicale, lasciando libertà alle country sul come concretizzarlo, ha spiegato il CIO Fabrizio Locchetta: “Siram ha scelto di dismettere i data center e andare sul cloud pubblico, per convertire risorse verso attività a valore aggiunto e guadagnare agilità e flessibilità nel supporto al business”.

In questo quadro la scelta del SaaS per l’ERP è stata naturale, con ampia adozione dello standard del fornitore (Oracle, ndr) e personalizzazione su PaaS di meno del 20% dei moduli: ”La parte personalizzata non dà problemi, è aggiornata come sistema tradizionale, ma è su piattaforma Oracle, come la parte standard con cui dialoga perfettamente. Conformarsi allo standard non è sempre facile, alcune funzioni non erano mature, ma lo scoglio principale è stato l’adattamento di persone e processi al cambiamento”.

Amplifon: il Cloud ERP per unificare 29 country

Amplifon, ha spiegato Mauro Maccagnani, Direttore One Amplifon Transformation, ha in corso un programma di profondo cambiamento, con obiettivi di forte crescita organica e per acquisizioni. “One Amplifon Transformation (una piattaforma Oracle Fusion personalizzata, ndr) è il backbone abilitante per questo percorso: facilita l’integrazione di altre aziende, e la standardizzazione tra i 29 paesi in cui siamo presenti. Occorre convergere velocemente verso un modello unificato di processi e di governance e con l’adozione di un Cloud ERP stiamo già ottenendo i primi risultati: nel Procurement abbiamo standardizzato il processo degli acquisti, nel Finance il modello per le analisi finanziarie di business, e in area HR il modello di valutazione della performance”.