Zoom ha annunciato il lancio di Zoom AI Companion 3.0, la nuova generazione del suo assistente basato su intelligenza artificiale sviluppata per portare nel cuore della piattaforma Zoom Workplace capacità agentiche evolute. Secondo Smita Hashim, Chief Product Officer di Zoom, l’obiettivo di AI Companion 3.0 è fornire insight più profondi per aiutare a ottenere risultati migliori, sia che si lavori in Zoom Workplace, di persona o attraverso applicazioni compatibili.

Dall’assistenza alla proattività: la svolta agentica

Il salto di qualità più evidente di AI Companion 3.0 riguarda l’evoluzione delle sue capacità agentiche. Se le versioni precedenti offrivano supporto nelle riunioni e nella scrittura, ora l’assistente diventa un attore proattivo in grado di trasformare conversazioni in attività concrete, organizzare flussi di lavoro e anticipare le esigenze degli utenti.

Un esempio pratico è la capacità di programmare automaticamente riunioni analizzando calendari, fusi orari e impegni dei partecipanti, riducendo così il tempo sprecato nelle fasi di coordinamento. Allo stesso modo, la funzione “free up my time” suggerirà quali meeting saltare, fornendo comunque note generate dall’IA per non perdere informazioni critiche.

Questa logica agentica non si limita a ottimizzare le agende. L’IA infatti diventa un vero assistente di processo capace di prendere decisioni, collegare informazioni provenienti da diverse fonti e proporre soluzioni in tempo reale.

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Insight più profondi per decisioni più rapide

Uno dei problemi principali delle aziende moderne è la frammentazione degli strumenti. Le informazioni si disperdono tra piattaforme diverse, rendendo difficile collegare decisioni, file e discussioni. AI Companion 3.0 affronta questa sfida con nuove funzioni di note-taking intelligente e di retrieval agentico. Gli utenti potranno portare l’assistente anche in riunioni esterne a Zoom, come su Microsoft Teams e Google Meet, e presto anche su WebEx. In questo modo, l’IA non resta confinata a un ambiente chiuso, ma diventa un archivio intelligente capace di raccogliere e rielaborare dati da contesti diversi.

Inoltre, grazie a un sistema di ricerca avanzata, sarà possibile interrogare non solo Zoom Workplace ma anche documenti e contenuti provenienti da Google e Microsoft. Questo significa trasformare l’IA in una sorta di hub della conoscenza, sempre pronto a fornire dettagli pertinenti quando servono.

Zoom non intende però fermarsi al solo risparmio di tempo. Con AI Companion 3.0, viene infatti introdotto una nuova “work surface” accessibile da browser o direttamente nella scheda Home di Zoom Workplace. Qui l’utente trova un ambiente interattivo in cui scrivere, fare ricerche e sviluppare documenti con l’assistenza dell’IA. Le funzionalità di scrittura avanzata permettono di generare bozze, affinare testi e adattarli allo stile personale dell’utente. Ancora più interessante è la funzione di deep research, che attinge a conversazioni su Zoom, app integrate, knowledge base aziendali e ricerche sul web per fornire analisi complete.

L’IA, in questo senso, diventa un vero coautore in grado di supportare l’elaborazione di report complessi o la preparazione di presentazioni con un livello di personalizzazione molto elevato.

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Nuove capacità collaborative e Zoomie Group Assistant

Il lavoro di squadra è al centro della filosofia di Zoom e AI Companion 3.0 introduce strumenti pensati per semplificare la collaborazione in team. Il Zoomie Group Assistant, ad esempio, potrà rispondere a domande collettive come “Qual è lo stato del progetto?” o “Quali sono le azioni da intraprendere?”, diventando così una memoria condivisa sempre accessibile.

Per le aziende con uffici ibridi, l’IA aiuterà a ottimizzare anche la logistica fisica, suggerendo la prenotazione di sale quando rileva la presenza contemporanea di più colleghi o risolvendo conflitti di prenotazione proponendo spazi adeguati. Questi elementi mostrano come Zoom punti a un approccio integrato che abbraccia sia la collaborazione digitale, sia quella in presenza, annullando le frizioni tipiche degli ambienti ibridi.

Agenti personalizzati e integrazione con terze parti

Un altro annuncio importante riguarda l’arrivo dei custom AI agents tramite il componente aggiuntivo Custom AI Companion. Con lo strumento di agent building disponibile in Zoom AI Studio, gli amministratori IT potranno configurare agenti su misura, collegati a knowledge base specifiche o a integrazioni aziendali. La compatibilità con il Model Context Protocol (MCP) e con il sistema Agent2Agent (A2A) apre la strada a interazioni tra diversi agenti come quelli di ServiceNow, eliminando la necessità di passare continuamente da un’app all’altra.

Anche le connessioni a SharePoint e ServiceNow arricchiranno le Knowledge Collections, migliorando la pertinenza delle risposte fornite dall’IA. Si tratta di un passo importante verso un modello in cui ogni azienda può plasmare il proprio ecosistema di assistenti digitali su misura.

Lato umano: coinvolgimento ed esperienza

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Oltre alla produttività, Zoom punta anche a rendere le interazioni più coinvolgenti e inclusive. Gli avatar fotorealistici offriranno una presenza credibile anche quando non si è pronti a comparire in video, mentre la traduzione vocale in tempo reale abbatterà le barriere linguistiche, facilitando la collaborazione globale. La personalizzazione delle sale d’attesa, resa possibile da Zoom Clips e avatar generati dall’IA, consentirà inoltre agli host di comunicare dettagli chiave ai partecipanti ancora prima che la riunione inizi.

Per quanto riguarda gli avatar (funzione che arriverà a fine anno), non si tratta più delle classiche rappresentazioni cartoon o stilizzate che abbiamo visto negli anni scorsi, ma di veri e propri alter ego digitali capaci di replicare fedelmente l’aspetto e le espressioni dell’utente, sfruttando algoritmi di intelligenza artificiale e motion tracking avanzato.

Infine, miglioramenti tecnici come video a 60fps, maggiore bitrate per immagini più nitide e supporto per 4K nei contenuti condivisi promettono un livello qualitativo superiore, fondamentale per chi usa Zoom in contesti professionali avanzati.