“Secondo Gartner, anche nel 2015, Business Intelligence e analytics hanno rappresentato la priorità di investimento per i CIO. Per la maggior parte delle aziende quindi, un utilizzo più ampio dell’analisi predittiva è rimasto un obiettivo al quale puntare. Un’altra costante che caratterizza questo segmento è rappresentata dalla scarsa qualità dei dati disponibili che ha fatto nascere la necessità di una governance in grado di avere un controllo più centralizzato e gestito delle informazioni”.

Così si è espresso James Richardson, esperto nella strategia delle analisi per il business, ex-analista di Gartner e uno dei leader di pensiero di Qlik a margine di una recente analisi dei trend che caratterizzeranno la BI per tutto il 2016 realizzata proprio da Qlik.

Lo studio ha preso in esame sei principali tendenze che caratterizzeranno il settore della Business Intelligence nel corso di quest’anno. Eccole nel dettaglio.

1. I consumatori di dati diventeranno a tutti gli effetti degli attivisti dell’informazione.

Gli utenti stanno passando dal ruolo di semplici consumatori di informazioni a quello di fornitori e profilatori di dati. Questa proattività si traduce nell’interesse di analizzare i dati non sono appartenenti alla vita lavorativa ma anche quelli inerenti alla vita privata. Di conseguenza, la visualizzazione dei dati sta diventando una forma di auto-espressione. Con la creazione di applicazioni sempre più visive, gli utenti esprimono le proprie opinioni e scoprono se stessi attraverso un volume di dati sempre crescente.

2. La governance della Data Discovery diventa essenziale

La Data Discovery gestita sta diventando una priorità essenziale per le aziende, dando la possibilità agli utenti di concentrarsi solamente sull’ottenere il massimo dalle proprie analisi. Saranno così in grado di domandarsi più volte “perché?”, invece che perdere tempo sulla correttezza dei dati.

3. La svolta pragmatica dei Big Data

Nel corso del 2016 i Big Data smetteranno di essere una novità. Questo sarà possibile grazie all’incremento delle aziende che inizieranno ad applicare alcune delle pratiche consolidate per l’analisi dei dati alle sorgenti dati precedentemente escluse dall’area della BI. Il valore decisionale più alto si troverà nel punto di unione tra dati di BI tradizionali – come ad esempio le transazioni finanziarie – e i big data.

4. I dati ottenuti da fonti esterne offrono un contesto migliore

Con la possibilità di unire sorgenti dati interne ed esterne, gli utenti possono ora accedere a dati contestualizzati, garantendo decisioni migliori e un numero di intuizioni più elevato. Aggiungendo con semplicità e rapidità dati socio-demografici o geografici alle analisi, le aziende possono effettuare scelte gestionali con rischi minori.

5. Lo storytelling aumenta il coinvolgimento

Nel 2016, gli utenti utilizzeranno lo storytelling interattivo per dare le informazioni in modo più avvincente portando chi ascolta ad agire istantaneamente con l’emergere dell’intuizione.

6. Uno schermo sempre a portata di mano ne vale due sulla scrivania

Per chi utilizza dati, la mobilità sta diventando sempre più cruciale. Ecco perché poter analizzare dati su molteplici dispositivi acquisirà sempre più importanza. Ad esempio, l’85% degli intervistati negli Stati Uniti e il 77% degli intervistati nel resto del mondo, raggiungono i propri obiettivi di BI utilizzando contemporaneamente più device.