Con networking e virtualizzazione, HPE punta al centro dell’infrastruttura per l’IA

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Come in ogni evento tech degli ultimi anni, all’HPE Discover che si è tenuto la scorsa settimana a Barcellona sono stati affrontati argomenti che ruotano attorno ad alcune parole chiave scontate: intelligenza artificiale, cloud ibrido, sovranità digitale.
Mettendo insieme i pezzi di un puzzle composto negli ultimi anni con pezzi provenienti da sviluppo interno e acquisizioni, appaiono però sempre più chiaramente altre parole chiave: networking, virtualizzazione e AMD, azienda che sta guadagnando un ruolo sempre più centrale nei data center. Osservando il puzzle da lontano si nota anche un’evidente assenza: Intel, citata solo una volta dal CEO Antonio Neri nel suo keynote, se non abbiamo contato male.
Procediamo con ordine, partendo dalla prima parola chiave: la rete.
Con Juniper, HPE punta a diventare leader di tutto il networking

Il padiglione del networking occupava un posto di primo piano nell’area espositiva
L’acquisizione di Juniper Networks ha fatto notizia sia per la dimensione dell’investimento (14 miliardi di dollari), sia per le traversie giudiziarie con gli enti regolatori, che ne hanno prolungato l’ufficializzazione per un anno e mezzo, fino allo scorso giugno.
Sapevamo che si trattava di un’operazione importante, ma ammettiamo di non averne compreso la portata finché diversi pezzi composti dagli annunci fatti dal palco e informazioni tratte dalle interviste fatte in questi giorni non si sono incastrati tra loro.
Non si tratta solo di bilanciare il portfolio di rete affiancando ai prodotti Aruba Networks, più spostati verso le installazioni edge, la gamma Juniper più forte sul networking core, data center e telco. Già ora alcuni degli strumenti del tool di gestione Aruba Central sono stati aggiunti a Mist di Juniper e viceversa, con un procedimento che Rami Rahim, President e General Manager di HPE Networking ha definito di “impollinazione incrociata”. Sul fronte data center, sta procedendo anche l’integrazione di Juniper Apstra con HPE OpsRamp per la gestione delle operation.
Mettendo a fattor comune i dati di telemetria, i modelli di intelligenza artificiale e il chatbot Marvis per l’individuazione e risoluzione dei problemi di rete, si ottiene una piattaforma unificata il cui valore, secondo HPE, è superiore alla somma delle parti.
L’obiettivo fissato da Antonio Neri è chiaro: “vogliamo diventare market leader in 3-5 anni”, dichiara dal palco, lanciando il guanto di sfida a Cisco, pur senza citarla.

Atonio Neri, CEO di HPE sul palco di HPE Discover Barcelona 2025
Al momento Aruba e Juniper rimarranno due linee di prodotto con marchi indipendenti, ma già per l’autunno del 2026 è previsto il lancio di un access point “dual platform” che potrà essere gestito alternativamente con Aruba Central o Mist. Non ci sono annunci per una convergenza delle due piattaforme in un’unica soluzione, ma è in qualche modo prevedibile, anche se Rahim ha detto che verrà mantenuta la possibilità di adozione on-prem/cloud privato di Aruba Central accanto a quella in public cloud che caratterizza Mist.
AI for networks, networks for AI
Siamo comunque nel 2025 e non si può non parlare di intelligenza artificiale, anche se più che un argomento a sé stante è un tema che definisce tutti gli altri. Parlando di reti, quindi, la prima parte dello slogan “Ai for networks, networks for AI” si riferisce all’uso dell’intelligenza artificiale per migliorare le prestazioni e semplificare la gestione della rete.
L’obiettivo è creare quella che Rahim ha chiamato “self driving network”, in cui agenti AI che hanno visibilità su tutto lo stack possono sfruttare il Large Experience Model di Juniper per individuare l’insorgere di problemi e intervenire automaticamente per prevenirli, rimediare qualora questi si presentassero comunque e assistere gli amministratori nei casi rimanenti.

La seconda parte dello slogan si riferisce ovviamente ai prodotti di punta della famiglia Juniper che servono a interconnettere server, rack e interi data center con le prestazioni richieste dalle voraci GPU usate dalle applicazioni di intelligenza artificiale. Tra i prodotti presentati, il router MX301 da 1,6 Tbps di throughput pensato principalmente per l’inferenza nell’edge e lo switch QFX5250, il primo con chipset Tomahawk 6 di Broadcom, raffreddamento a liquido e capacità fino a 102,4 Tbps, progettato per le nuove generazioni di GPU Nvidia Rubin e AMD MI400.
Con la famiglia di prodotti PTX realizzata in collaborazione con Nvidia, HPE intende invece risolvere il problema della interconnessione tra diversi data center e AI Factories, offrendo connettività ottica coerente e routing ad alta velocità.
Cloud e virtualizzazione

Per rispondere a queste esigenze, HPE sta rafforzando la propria piattaforma di gestione del cloud Morpheus, che nella sua versione Enterprise oggi unifica le cloud operations tra on-prem, private e public cloud, unendo anche le funzionalità di OpsRamp e Zerto in un’unica interfaccia. Da notare, l’aggiunta di servizi Kubernetes e una modalità Bare Metal as a Service.
Con incrementi graduali ma accelerati, l’hypervisor VM Essentials, lanciato solo un anno fa, ha raggiunto la versione 8, guadagnando funzionalità importanti anche grazie alle tecnologie acquisite nel recente periodo.
Da Juniper è arrivato lo strato di software defined networking per la virtualizzazione di rete, mentre Zerto ha permesso di aggiungere funzionalità di data protection e migrazione, con quest’ultima funzionalità che strizza l’occhio agli utenti VMware in cerca di alternative. Per rendere l’invito ancora più seducente, Neri ha sottolineato che il modello di licenza è basato sul numero di socket dei server, e non dei core dei processori (un grosso motivo di lamentela dei clienti VMware).
È stato anche sottolineato il supporto al backup delle immagini VM di Morpheus annunciato da Veeam lo scorso giugno.
Cresce il ruolo di AMD…
Non c’era certo bisogno di questo evento per rilevare la crescente importanza delle soluzioni AMD sul mercato enterprise, combattendo tra l’altro una lotta su due fronti: quello CPU contro Intel, e quello GPU contro Nvidia. Il numero di volte in cui l’azienda è stata citata in diversi annunci, e la rilevanza di alcuni di essi, ne dà però una percezione istantanea.
Si parte con l’annuncio della disponibilità delle versioni AMD dei server Proliant di 12esima generazione, per seguire con il supporto agli acceleratori MX da parte degli switch per l’IA.

Il rack modulare per AI con CPU e GPU AMD e switching Ehternet ad alta capacità di HPE Juniper.
Protagonista principale è stato però l’annuncio del sistema ingegnerizzato per AI AMD Helios. Il primo rack – concorrente dei SuperPod Nvidia – pensato per un’implementazione rapida e modulare di data center AI. Costruito in base alle specifiche architetturali dell’Open Compute Project proposto da Meta, il sistema ospita 72 GPU AMD Instinct MI455X che, in abbinamento alle CPU Epyc Venice, erogano fino a 2,9 esaflop (in FP4). L’interconnessione ad alta capacità è affidata allo switch scale-up Ethernet Pensando, costruito appositamente su chipset Broadcom e che garantisce fino a 260 TB di banda.
“Helios è uno di quei progetti che non avremmo potuto portare a termine in tempi brevi se Juniper avesse corso da sola, senza poter contare sulla forza e le competenze di HPE”, ha dichiarato Rahim, che prima di prendere la guida di HPE Networking era il CEO di Juniper Networks.
…ma Nvidia è sempre lì
Nonostante l’entusiasmo per Helios di AMD, si intensifica la collaborazione con Nvidia. Le due aziende hanno annunciato l’apertura di un laboratorio per AI factory a Grenoble, in Francia, che permetterà alle aziende di testare e validare infrastrutture di intelligenza artificiale in un ambiente sovrano e conforme alle normative europee. Il centro, che sarà operativo in primavera, offrirà ai clienti la possibilità di sperimentare carichi di lavoro AI su un’infrastruttura completa che include server HPE, GPU NVIDIA, sistemi di networking e storage, il tutto installato e gestito all’interno dell’Unione Europea.

L’iniziativa risponde alle crescenti preoccupazioni delle imprese europee riguardo alla sovranità dei dati e al controllo sulle proprie infrastrutture AI, un tema toccato da diversi panel. Il laboratorio permetterà di verificare le prestazioni dei sistemi prima dell’implementazione, con particolare attenzione ai requisiti di conformità normativa e sicurezza richiesti dal contesto europeo. Insieme al lab di Grenoble, HPE sta collaborando con Carbon3.ai per un analogo Private AI Lab a Londra, dedicato specificamente alle aziende britanniche.
Le soluzioni presentate includono anche nuove configurazioni di HPE Private Cloud AI con GPU NVIDIA Blackwell e funzionalità di sicurezza avanzate per ambienti air-gapped, oltre a sistemi di networking ottimizzati per collegare cluster AI distribuiti su lunghe distanze o tra cloud diversi.
La posizione di Nvidia rimane dominante quando si parla di AI factories, ma forse per la prima volta non è la scelta scontata per ogni caso d’uso. “Stiamo notando che i clienti non hanno un interesse selettivo per un brand, ma sono sempre più interessati a valutare il ROI sul loro use case specifico. Oggi possiamo offrire loro tutte le opzioni”, ha dichiarato Cheri Williams, Technology Executive della divisione Cloud Product and Services Strategy.
In 10 anni, HPE è cresciuta. Tanto.
Alla sua separazione da HP avvenuta nel 2015, HPE si identificava principalmente nelle soluzioni server, storage, un po’ di software e servizi, con il networking come recente aggiunta (l’acquisizione di Aruba Networks era di pochi mesi precedente). Dieci anni dopo, abbiamo di fronte un’azienda molto diversa.
Con questa serie di annunci, HPE sta delineando una strategia chiara: diventare il fornitore di riferimento per le aziende che vogliono implementare rapidamente infrastrutture cloud private e per l’IA, offrendo un ecosistema completo e flessibile. L’acquisizione di Juniper Networks per 14 miliardi di dollari si rivela essere il tassello centrale di questa visione, permettendole di coprire l’intera gamma del networking – dall’edge al core, dal data center alle telecomunicazioni – e di competere direttamente con Cisco per la leadership di mercato nei prossimi 3-5 anni.
Prendono sempre più centralità i software per la gestione delle infrastrutture, Morpheus su tutti, che promette il Sacro Graal su cui stanno puntando tutti i vendor, cioè la gestione integrata di macchine virtuali e Kubernetes. Certo, nonostante il numero di versione, VM Essentials è un progetto ancora giovane. Molte aziende vorranno osservarlo ancora per un po’ prima di fare una scelta di campo. Considerando che in molti hanno appena dovuto rinnovare il proprio contratto con VMware per passare al modello in abbonamento, con durate tra i tre e i cinque anni, c’è una ampia finestra temporale per ponderare la scelta (ma non si pensi di poter rimandare la decisione fino a pochi mesi prima della scadenza: sono operazioni che possono richiedere molto, molto tempo).
La partnership rafforzata con AMD, culminata nel sistema Helios, e il mantenimento di una stretta collaborazione con Nvidia dimostrano un approccio pragmatico: HPE vuole offrire ai clienti la libertà di scegliere in base al ROI specifico del loro caso d’uso.
La sfida principale sarà continuare a gestire l’integrazione tra le diverse tecnologie acquisite – Juniper, Zerto, OpsRamp – passando da quella che Rahim ha chiamato “impollinazione incrociata” a una piattaforma veramente unificata.