La 66ª edizione dei TOP500 supercomputer, presentata ieri alla conferenza SC25 di St. Louis, segna un momento decisivo per l’evoluzione supercalcolo mondiale. Non si tratta solo di classificare le macchine più veloci, ma di leggere in filigrana le strategie di potenza tecnologica dietro architetture, acceleratori, consumi e diversificazione geografica. L’edizione di quest’anno ha messo in mostra il consolidamento del dominio statunitense nell’HPC, il salto epocale dell’Europa verso l’exascale e la crescente varietà di approcci progettuali che sta ridefinendo gli equilibri del settore.

Il nome che continua a primeggiare è El Capitan, installato al Lawrence Livermore National Laboratory in California. Già considerato il simbolo della maturità dell’ecosistema exascale americano, quest’anno il sistema ha raggiunto un nuovo livello di superiorità tecnica. La piattaforma HPE Cray EX255a, animata da AMD EPYC di quarta generazione e acceleratori Instinct MI300A, ha infatti aggiornato il suo record raggiungendo 1,809 exaflop/s nel benchmark HPL.

Non è un semplice miglioramento numerico, ma una riconferma dell’approccio progettuale che punta su un’integrazione stretta tra CPU e GPU ad alte prestazioni. A questo si aggiunge il dominio sull’HPCG, il benchmark che più si avvicina ai carichi reali, con 17,41 petaflop/s, mentre sul versante del mixed precision El Capitan si spinge a 16,7 exaflop/s, dimostrando una versatilità essenziale per l’IA scientifica. Con oltre 11 milioni di core e un’efficienza di 60,9 GFlops/watt, questo sistema USA rappresenta lo stato dell’arte del supercalcolo contemporaneo.

Il dato storico dell’anno, però, arriva dall’Europa. Il tedesco JUPITER Booster diventa il primo supercomputer exascale del continente e il quarto al mondo. Installato allo Jülich Supercomputing Centre, il sistema raggiunge 1 exaflop/s grazie all’adozione dell’architettura BullSequana XH3000 di Eviden raffreddata a liquido e abbinata ai chip Grace Hopper di NVIDIA. È una dichiarazione politica e tecnologica allo stesso tempo. L’Europa non vuole più limitarsi a competere, ma intende guidare la prossima fase del supercalcolo scientifico e industriale, all’insegna di un’infrastruttura energeticamente più sostenibile e meno dipendente da architetture statunitensi.

Supercomputer Europa

Nel frattempo, gli Stati Uniti mantengono un blocco compatto nelle prime posizioni. Frontier resta saldamente al secondo posto con 1,353 exaflop/s, confermandosi una delle piattaforme più stabili dell’intero panorama DOE. Subito dopo Aurora continua a rappresentare il tentativo di Intel di costruire un ecosistema exascale credibile basato su Xeon CPU Max e GPU Max. Con 1,012 exaflop/s e un eccellente risultato nell’HPL-MxP (11,6 exaflop/s), Aurora mostra un equilibrio più orientato verso l’intelligenza artificiale ad alte prestazioni.

Guardando oltre il podio, la TOP10 mostra una fotografia più eterogenea. Eagle di Microsoft al quinto posto, unico grande sistema cloud a rimanere così in alto, dimostra che l’HPC non è più esclusivo dei centri di ricerca pubblici. L’Italia, che per capacità complessiva è il quarto Paese al mondo dopo USA, Giappone e Germania, continua la sua ascesa con HPC6 (sesto) e Leonardo (decimo), mentre il supercomputer giapponese Fugaku, pur sceso in classifica, rimane un pilastro asiatico e continua a eccellere nell’HPCG. Completano il quadro il sistema finlandese LUMI e lo svizzero Alps, esempi della solida strategia EuroHPC.

La dimensione energetica racconta una storia altrettanto importante. La classifica Green500 ha evidenziato l’ascesa dei sistemi basati su NVIDIA Grace Hopper, che dominano le prime tre posizioni:

  • KAIROS presso CALMIP/Università di Tolosa (Francia) — 73,28 GFlops/Watt per 3,05 PFlop/s
  • ROMEO-2025 presso il ROMEO HPC Center (Francia) — 70,9 GFlops/Watt per 9,86 PFlop/s
  • Estensione GPU Levante a DKRZ (Germania) — 69,43 GFlops/Watt per 6,75 PFlop/s

Tutti e tre i sistemi condividono il design BullSequana XH3000 con superchip Grace Hopper e interconnessioni NVIDIA NDR200 InfiniBand, evidenziando l’equilibrio tra efficienza energetica e prestazioni di calcolo.

(Immagine in apertura: Shutterstock)