L’IA usata da 1,2 miliardi di persone (e 10 milioni sono italiani): i dati dell’AI Diffusion Report di Microsoft

Microsoft ha pubblicato il suo primo AI Diffusion Report, uno studio globale sviluppato dal Microsoft AI for Good Lab che analizza dove l’IA viene maggiormente utilizzata, sviluppata e costruita. Il report, basato sull’analisi di dati telemetrici aggregati e anonimi provenienti da oltre un miliardo di dispositivi, rivela che l’IA è la tecnologia che si è diffusa più rapidamente nella storia umana con oltre 1,2 miliardi di utenti raggiunti in meno di tre anni, un ritmo di adozione superiore a quello di internet, dei personal computer e degli smartphone.
Tuttavia, lo studio evidenzia anche un significativo divario nella sua diffusione. I benefici dell’IA infatti non si stanno distribuendo in modo uniforme a livello globale, considerando che l’adozione di questa tecnologia nel Nord del mondo è quasi il doppio (23%) di quella nel Sud del mondo (13%).
Un divario strettamente correlato al PIL pro capite e all’accesso a quelle che il report definisce le fondamenta dell’IA, ovvero elettricità, internet, data center, competenze digitali e lingua. Come conseguenza di ciò, quasi quattro miliardi di persone (metà della popolazione mondiale) non dispongono ancora delle basi necessarie per utilizzare l’IA.
Il report identifica inoltre tre forze che guidano l’avanzamento di ogni tecnologia trasformativa, sottolineando che solo quando queste tre forze evolvono insieme il progresso può davvero accelerare:
- Frontier builders: i pionieri che espandono i limiti dell’IA
- Infrastructure builders: gli ingegneri e le aziende che forniscono la capacità di calcolo e la connettività
- Users: individui, aziende e governi che applicano la tecnologia
I tassi più elevati di adozione dell’IA si osservano in paesi come Emirati Arabi Uniti (59,4%), Singapore (58,6%), Norvegia (45,3%) e Irlanda (41,7%). Questi dati indicano che una forte infrastruttura e una buona diffusione delle competenze digitali possono guidare una rapida adozione.
L’Italia registra un tasso di diffusione dell’IA del 25,8% tra la popolazione in età lavorativa (circa 10 milioni di persone). Questo dato colloca il nostro Paese leggermente al di sopra della media del Nord Globale (23%) e in una posizione simile a quella di altre grandi economie come gli Stati Uniti (26,3%) e la Germania (26,5%), ma risulta più basso rispetto al contesto europeo e a Paesi come Francia (40,9%), Spagna (39,7%) e Regno Unito (36,4%).
Microsoft sottolinea che la crescita futura dell’IA in Italia dipenderà dalla capacità di ridurre il gap infrastrutturale e di ampliare la formazione specialistica. La mancanza di competenze avanzate resta infatti uno dei principali fattori di rallentamento nel nostro Paese, insieme alla scarsa disponibilità di modelli linguistici pienamente adattati all’italiano.
Un altro dato emerso dallo studio di Microsoft è che l’infrastruttura IA rimane fortemente concentrata, con gli Stati Uniti e la Cina che ospitano insieme circa l’86% della capacità di calcolo globale misurata in gigawatt di consumo energetico dei data center. Questi due Paesi sono anche leader per numero e performance dei modelli di IA.
Infine, la lingua è un fattore determinante per l’adozione. Metà dei contenuti del web (il dataset principale per l’addestramento dell’IA) è infatti in inglese; una lingua parlata nativamente solo dal 5% della popolazione mondiale e ciò crea inevitabilmente una barriera sistemica all’accesso.
(Immagine in apertura: Shutterstock)


