Dopo Nvidia, OpenAI fa una partnership strategica anche con AMD, ma i conti rischiano di non tornare

La collaborazione tra AMD e OpenAI appena siglata rappresenta una delle mosse più significative nel panorama tecnologico del 2025, non solo per la portata economica ma anche per le implicazioni strategiche nel settore dei semiconduttori. Le due aziende hanno firmato un accordo da 6 gigawatt per potenziare l’infrastruttura di calcolo necessaria ai modelli IA di OpenAI, utilizzando le GPU della serie Instinct di AMD. Si tratta di una partnership di lungo periodo che va ben oltre la semplice fornitura di hardware e che posiziona AMD come un alleato chiave nel percorso di crescita di OpenAI.
Secondo quanto dichiarato ufficialmente, la prima implementazione delle prossime GPU Instinct MI450 inizierà nella seconda metà del prossimo anno. Si tratta di chip progettati per offrire prestazioni elevate in contesti di addestramento e inferenza di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), un campo che richiede enormi capacità di elaborazione e consumi energetici su scala industriale.
OpenAI, da parte sua, ha definito AMD un “core strategic compute partner”, segnalando l’intenzione di integrare le soluzioni di calcolo del produttore di semiconduttori non solo nella generazione attuale, ma anche in quelle future, con un impegno a lungo termine nella fornitura e nello sviluppo congiunto di nuove piattaforme.
L’accordo arriva in un momento in cui OpenAI sta diversificando le proprie collaborazioni nel settore hardware. Solo pochi mesi fa, la società guidata da Sam Altman ha infatti stretto un’intesa con Nvidia per l’acquisto di sistemi GPU per un totale di 10 gigawatt, in un’operazione che potrebbe raggiungere un valore complessivo di 100 miliardi di dollari. L’intesa con AMD, dunque, non sostituisce ma affianca quella con Nvidia, configurandosi come una strategia di ridondanza e bilanciamento tra i due principali attori nel campo dei chip per l’intelligenza artificiale.
L’accordo non è però solo tecnologico, ma include anche una componente finanziaria rilevante. AMD ha infatti concesso a OpenAI un warrant per l’acquisto fino a 160 milioni di azioni ordinarie AMD, da esercitare gradualmente al raggiungimento di determinati obiettivi. La maturazione del pacchetto è subordinata non solo al valore delle azioni AMD, ma anche al conseguimento di specifiche tappe tecniche e commerciali da parte di OpenAI. È un modo per vincolare il successo della partnership a risultati concreti e misurabili in termini di mercato e di progresso tecnologico.
“Siamo entusiasti di collaborare con OpenAI per offrire capacità di calcolo AI su scala massiva” ha dichiarato la CEO di AMD, Lisa Su, sottolineando come questa alleanza rappresenti un vantaggio reciproco. La dirigente ha descritto l’intesa come “un passo decisivo verso la più ambiziosa infrastruttura AI del mondo”, destinata a rafforzare l’intero ecosistema di intelligenza artificiale. La risposta dei mercati è stata immediata. Subito dopo l’annuncio, il titolo AMD è cresciuto a doppia cifra, segno che gli investitori vedono nella partnership con OpenAI un potenziale di crescita concreto.
Altman, dal canto suo, ha descritto l’intesa come “un passo fondamentale per costruire la capacità di calcolo necessaria a realizzare il pieno potenziale dell’intelligenza artificiale”. L’obiettivo dichiarato è creare un’infrastruttura in grado di sostenere la prossima generazione di modelli linguistici e di sistemi generativi, in vista di una crescita esponenziale della domanda di potenza di calcolo.
Parallelamente, OpenAI sta ampliando le proprie collaborazioni internazionali. Nelle ultime settimane, l’azienda ha stretto accordi anche con i colossi sudcoreani Samsung e SK Hynix, che forniranno memorie avanzate e collaboreranno alla creazione di data center dedicati all’intelligenza artificiale nel mercato asiatico. Si tratta di una rete di partnership che testimonia l’intento di OpenAI di assicurarsi un approvvigionamento stabile e diversificato di componenti critiche, evitando dipendenze e colli di bottiglia produttivi.
Nonostante però la sua valutazione stellare (recentemente fissata a 500 miliardi di dollari dopo un’operazione di vendita di quote tra dipendenti), OpenAI non prevede di generare flussi di cassa positivi prima del 2029. L’azienda stima un fatturato di circa 12,7 miliardi di dollari nel 2025, ma gran parte delle risorse continuerà a essere investita in infrastrutture e sviluppo di modelli sempre più sofisticati.
C’è anche da considerare il fatto che per rispettare i termini dell’intesa con AMD, OpenAI dovrà espandere enormemente la propria iniziativa Stargate, la rete di data center dedicata ai modelli di IA di nuova generazione. Al momento, infatti, OpenAI sta impiegando solo 200 megawatt nel suo campus texano di Abilene. I partner Crusoe e Oracle dovrebbero portare online sei nuovi data center entro metà 2026 portando il totale a circa 1,2 gigawatt e sempre Oracle ha promesso di supervisionare altri 5,7 gigawatt nei prossimi quattro anni, anche se la piena realizzazione resta lontana.
(Immagine in apertura: Shutterstock)