Il nuovo CCNL AssoCED 2025 introduce nuove figure e formazione obbligatoria

Il rinnovo del CCNL per i dipendenti di Centri Elaborazione Dati, imprese ICT, professioni digitali e società di servizi informatici (ASSOCED) rappresenta una svolta significativa per il settore della digitalizzazione italiana. L’accordo, siglato il 28 luglio 2025 tra Assoced, LAIT, Confterziario e U.G.L. Terziario, con validità dal 1° settembre 2025 al 31 agosto 2028, introduce non solo rilevanti aumenti retributivi, ma anche una serie di innovazioni che riflettono l’evoluzione rapida del settore tecnologico.
Il nuovo contratto prevede aumenti distribuiti in quattro tranche, con incrementi che variano da 138 euro per il sesto livello fino a quasi 290 euro per i dirigenti. La strutturazione degli aumenti, erogati a settembre 2025, giugno 2026, marzo 2027 e gennaio 2028, dimostra un approccio graduale ma sostanziale al miglioramento delle condizioni economiche. Per i quadri è prevista un’indennità di funzione che varia tra 250 e 306 euro mensili, riconoscendo il crescente valore strategico di queste figure nelle organizzazioni digitali.
La vera novità del contratto risiede nell’introduzione di profili professionali che rispecchiano le competenze emergenti nell’era dell’IA e della blockchain. Figure come l’AI Solution Architect, il Data Scientist, il Machine Learning Specialist e il Blockchain Developer trovano finalmente riconoscimento contrattuale, con inquadramenti che vanno dal secondo al terzo livello speciale. Particolarmente significativa è l’inclusione del Prompt Engineer, professione nata con l’avvento dell’IA generativa che testimonia la capacità del contratto di adeguarsi alle trasformazioni tecnologiche in tempo reale.
Un’altra innovazione rilevante riguarda l’obbligo formativo di 24 ore nel triennio per ogni dipendente a tempo indeterminato con almeno sei mesi di anzianità (restano esclusi gli apprendisti, la cui formazione segue regole contrattuali autonome). Questa disposizione, inserita nell’articolo 221-bis, trasforma la formazione da opzione a diritto-dovere, interamente finanziato dall’azienda durante l’orario di lavoro. La formazione deve essere “di profilo”, ovvero coerente con le mansioni e il livello di inquadramento del lavoratore, attraverso un piano formativo triennale strutturato che accompagni l’evoluzione delle competenze nel tempo.
L’approccio non prevede la concentrazione delle ore in un’unica soluzione, ma richiede una distribuzione programmata che segua l’evoluzione tecnologica e normativa del settore. Per i profili amministrativi potrebbero essere previsti aggiornamenti su adempimenti contabili e fiscali o gestione documentale digitale, mentre per i ruoli ICT il focus sarà su strumenti digitali avanzati e applicazioni dell’intelligenza artificiale nei processi aziendali. Il mancato adempimento comporta il pagamento di 50 euro lordi per ogni ora non erogata, con un rischio economico massimo di 1.200 euro per azienda.
Il contratto dedica particolare attenzione al lavoro agile garantendo il diritto alla disconnessione durante le pause e nei periodi non lavorativi, una disposizione che riconosce l’importanza dell’equilibrio vita-lavoro nell’era della digitalizzazione pervasiva. La priorità nello smart working è riconosciuta a categorie fragili, includendo genitori con figli fino a 12 anni, lavoratori disabili e caregivers, dimostrando sensibilità verso le esigenze sociali contemporanee.
Il potenziamento dell’Ente Bilaterale Nazionale, con l’aumento del contributo mensile a 15 euro, rappresenta inoltre un investimento strutturale nei percorsi formativi e nelle attività bilaterali. La ripartizione dell’onere, con 11 euro a carico delle imprese e 4 dei lavoratori, evidenzia la condivisione di responsabilità nella crescita professionale del settore.
Importante anche l’introduzione di figure specializzate nella protezione dei dati personali come risposta alle crescenti esigenze di compliance normativa. Il Data Protection Officer, inquadrato al primo livello, assume un ruolo di vigilanza indipendente sulla conformità GDPR, mentre figure come il Manager Privacy e il Valutatore Privacy strutturano un sistema articolato di governance dei dati. Questa attenzione alla privacy riflette la centralità della protezione dati nelle strategie aziendali digitali e la necessità di competenze specializzate certificate contrattualmente.