Le aziende di tutto il mondo stanno integrando la GenAI nei propri prodotti, servizi e processi interni a un ritmo senza precedenti. Questa adozione apre enormi possibilità di innovazione e di efficienza operativa, ma porta con sé anche nuove tipologie di rischi, spesso poco compresi e difficili da gestire. Dai risultati difettosi alle problematiche legate al diritto d’autore, fino a vulnerabilità di sicurezza informatica, i pericoli emergenti sono complessi e richiedono strumenti di protezione adeguati.

Per comprendere come i clienti del settore assicurativo percepiscano tali rischi e quale sia la domanda di coperture specifiche, Geneva Association ha condotto un’indagine su 600 decisori assicurativi aziendali distribuiti in Cina, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. I risultati sono stati pubblicati nel nuovo report Gen AI Risks for Businesses: Exploring the role for insurance, che analizza il grado di assicurabilità dei rischi generati dall’uso dell’AI e le soluzioni disponibili sul mercato.

Dallo studio emerge come l’adozione della Gen AI sia già una realtà diffusa, considerando che il 71% delle aziende intervistate ha implementato questa tecnologia almeno in un’area funzionale. Tra l’altro, non si tratta più di sperimentazioni isolate, ma di un fenomeno globale che interessa settori diversi, dall’industria manifatturiera ai servizi finanziari.

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Questa rapidità ricorda le grandi rivoluzioni tecnologiche del passato, ma con un’accelerazione ancora maggiore. Come ha sottolineato Jad Ariss, Managing Director della Geneva Association, poche tecnologie nella storia si sono propagate così velocemente e ciò pone un problema di comprensione e gestione dei rischi che il mondo assicurativo non può ignorare.

Un altro dato significativo riguarda la domanda di protezione assicurativa, con oltre il 90% delle aziende intervistate che si è dichiarata interessata a una polizza che copra i rischi legati alla GenAI. Circa due terzi dei rispondenti sarebbero disposti anche a pagare premi più alti (almeno del 10% in più) pur di avere una copertura dedicata.

Questo indica chiaramente che le imprese percepiscono i rischi come reali e potenzialmente molto costosi. Non sorprende che la disponibilità a investire in protezioni cresca soprattutto tra quelle organizzazioni che hanno già vissuto esperienze negative legate a malfunzionamenti o conseguenze inattese dell’IA generativa.

Nella classifica dei rischi più temuti, al primo posto ci sono le preoccupazioni per la sicurezza informatica. La GenAI, infatti, può esporre le aziende a nuove forme di attacchi, manipolazioni dei modelli o utilizzi malevoli da parte di attori esterni. Subito dopo si collocano le responsabilità verso terzi, come ad esempio l’uso improprio di contenuti protetti da copyright, e il rischio di interruzioni operative legate a output difettosi o errori di sistema. La natura stessa della GenAI, che produce risultati probabilistici e spesso imprevedibili, amplifica le incertezze e introduce categorie di esposizione finora inesistenti.

Se da un lato la domanda è forte, dall’altro emergono ostacoli significativi sul fronte dell’offerta. Verificare in maniera affidabile i rischi legati alla GenAI non è semplice e la possibilità di perdite ingenti richiama le stesse difficoltà che hanno caratterizzato lo sviluppo del mercato della cyber insurance.

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Come ha osservato Ruo (Alex) Jia, Direttore Tecnologie Digitali della Geneva Association e autore principale del report, la GenAI non solo amplifica rischi già noti ma ne crea di totalmente nuovi, che oltrepassano i confini tradizionali delle polizze. Per questo motivo il compito degli assicuratori sarà definire con chiarezza i limiti di rischio e sperimentare modelli modulari in grado di adattarsi all’evoluzione della tecnologia.

Alcuni player del settore stanno già muovendo i primi passi, esplorando estensioni di polizze esistenti e la creazione di prodotti standalone pensati esclusivamente per l’IA. Tuttavia, la sfida non può essere affrontata da soli, ma secondo il report sarà fondamentale sviluppare approcci modulari e stringere partnership trasversali tra settori, in modo da colmare i gap di protezione e costruire un mercato più solido.

(Immagine in apertura: Shutterstock)