Come l’IA agentica sta rivoluzionando le aziende: ROI, benefici e sfide future

Secondo il report del Capgemini Research Institute intitolato AI in action: How Gen AI and agentic AI redefine business operations, l’adozione dell’IA generativa e degli agenti intelligenti sta già producendo ritorni tangibili sugli investimenti. Le aziende che hanno creduto in queste tecnologie stanno infatti ottenendo un rendimento medio pari a 1,7 volte quanto investito, un dato che spiega la crescente fiducia nel potenziale dell’IA e l’espansione rapida dei progetti correlati.
Tra le imprese che hanno integrato soluzioni di Gen AI, circa il 30% ha già adottato agenti intelligenti all’interno dei propri processi. Si tratta di sistemi in grado di eseguire attività in autonomia, prendere decisioni operative e interagire con altri agenti o esseri umani, ridefinendo il concetto stesso di automazione. Capgemini prevede che entro il 2025 il numero medio di progetti legati all’IA agentica crescerà del 48%, con un impatto sempre più ampio su produttività, time-to-market, customer experience ed efficienza interna.
Parallelamente, un’azienda su cinque dichiara di utilizzare già agenti o sistemi multi-agente, rilevando benefici concreti in termini di riduzione degli errori, ottimizzazione dei costi e miglioramento delle performance. I settori in cui si concentra maggiormente l’adozione sono il comparto high tech, l’industria manifatturiera, i beni di largo consumo, l’energia e il farmaceutico.
ROI in crescita e maggiore fiducia nell’IA
Nonostante alcune iniziali perplessità circa il ritorno economico delle implementazioni su larga scala, il report evidenzia come queste preoccupazioni stiano rapidamente diminuendo. I risultati parlano chiaro, con il 62% delle aziende intervistate che intende aumentare gli investimenti in Gen AI nel corso dell’anno. Il motivo è semplice: la tecnologia sta già restituendo valore e la maturità degli strumenti inizia a coincidere con una crescente preparazione interna all’adozione.
Come ha sottolineato Eva Terni, Managing Director Insights & Data di Capgemini Italia, il passaggio da modelli organizzativi focalizzati sui costi a modelli basati sul valore generato dall’IA rappresenta una svolta epocale. Le aziende che sapranno adottare un approccio integrato, con al centro i dati e l’intelligenza artificiale, potranno trasformarsi in imprese realmente connesse, agili e in grado di prendere decisioni più rapide e consapevoli.
Tuttavia, Terni avverte: “Sebbene i dati mostrino un’accelerazione nell’adozione dell’IA agentica, permangono diverse barriere all’implementazione su vasta scala. Solo promuovendo la fiducia nell’IA, costruendo infrastrutture solide e seguendo un approccio pragmatico sarà possibile trarre pieno vantaggio da questi strumenti”.
Leadership e competenze: due fattori critici per il successo
Il report individua due leve fondamentali per garantire un ROI elevato nell’adozione dell’IA generativa: una leadership forte e una trasformazione delle competenze all’interno delle organizzazioni. Le aziende che possiedono entrambe queste caratteristiche riescono a ottenere ritorni sugli investimenti fino al 45% più rapidamente rispetto alle altre.
Eppure, la strada è ancora lunga, considerando che solo un leader su tre si dichiara oggi un promotore convinto della Gen AI. Questo dato evidenzia un divario tra il potenziale tecnologico e la capacità del management di guidare il cambiamento. Senza una governance chiara e una visione strategica, anche le tecnologie più avanzate rischiano di rimanere sottoutilizzate.
Sul fronte delle competenze, il report sottolinea come l’adozione dell’IA stia già trasformando il lavoro quotidiano. Negli ultimi due anni, le aziende che hanno implementato automazioni e use case basati su IA hanno automatizzato circa il 30% delle attività operative. Nei prossimi anni si prevede un’ulteriore accelerazione di questo processo, con profonde ricadute su ruoli e mansioni. Quasi due terzi dei dipendenti prevedono che le proprie responsabilità cambieranno entro il 2028, richiedendo programmi strutturati di formazione, upskilling e reskilling.
Uno degli aspetti più interessanti emersi dal report è l’inevitabile convergenza tra capacità umane e intelligenza artificiale. Con l’aumento delle interazioni tra persone e agenti intelligenti, sarà essenziale sviluppare competenze trasversali che favoriscano la collaborazione tra i due mondi. Non si tratta però di sostituzione, ma di coesistenza e complementarità e, in quest’ottica, le imprese che sapranno investire nell’integrazione fluida tra risorse umane e IA potranno guadagnare un vantaggio competitivo significativo.
(Immagine in apertura: Shutterstock)