Dopo l’acquisizione di VMware da parte di Broadcom, il panorama del cloud enterprise basato su soluzioni VMware continua a subire scossoni. L’ultima novità riguarda una radicale ristrutturazione del programma canale VCSP (VMware Cloud Service Provider), con conseguenze potenzialmente devastanti per numerosi provider di piccole e medie dimensioni.

Secondo quanto comunicato da Interactive, uno dei principali fornitori IT australiani, a partire dal 15 luglio 2025 tutti i partner VCSP non invitati a far parte del nuovo programma riceveranno un avviso di mancato rinnovo. La nuova struttura sarà infatti accessibile solo su invito, riducendo drasticamente il numero di partner autorizzati. Una mossa che segna la fine di un’epoca e che sembra escludere in modo sistematico i player più piccoli e meno strutturati.

Broadcom ha stabilito un periodo di transizione fino al 31 ottobre 2025 e, fino a questa data, i partner esclusi potranno continuare a gestire le transazioni correnti. Dopo tale scadenza, potranno solo fornire supporto per i contratti VCSP già in essere, senza possibilità di rinnovo o stipula di nuovi accordi.

Tra le novità più significative c’è anche la chiusura definitiva del programma White Label, introdotto nel 2024 come risposta alla polemica generata dall’esclusione dei partner con infrastrutture sotto i 3.500 core. Questo modello permetteva ai piccoli cloud provider di accedere alle licenze tramite partner primari, salvando così numerosi business locali. Con la sua eliminazione, molte realtà si troveranno prive di alternative legittime per continuare a offrire servizi VMware.

Secondo VMware, i partner esclusi saranno incoraggiati a collaborare con quelli autorizzati per garantire una transizione fluida ai clienti finali, ma le implicazioni sono tutt’altro che marginali. Interactive avverte che i clienti potrebbero trovarsi a dover affrontare l’impossibilità di rinnovare le licenze con il proprio partner attuale, una riduzione della qualità del supporto e dei servizi, confusione o ritardi nelle operazioni di rinnovo e aumenti dei costi, dovuti alla necessità di migrazioni forzate, onboarding su nuovi fornitori e perdita di opzioni di bundling convenienti.

Broadcom partner

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Il nuovo corso, che al momento non sembra riguardare il mercato europeo, segna anche un’evoluzione nella strategia infrastrutturale di Broadcom, che punta a consolidare l’ecosistema VMware su pochi e selezionati hyperscaler regionali. Il futuro immaginato da Broadcom prevede che i clienti acquistino infrastrutture gestite da partner certificati di alto profilo come Interactive, che si occuperanno di offrire computing privato a scala industriale basato su VMware Cloud Foundation 9.

In una dichiarazione ufficiale, VMware ha sottolineato che questi cambiamenti riflettono l’obiettivo di “semplificare, uniformare e innovare” il proprio ecosistema go-to-market. Secondo l’azienda, focalizzarsi su partner che hanno dimostrato un forte impegno verso i servizi cloud VMware permetterà di offrire maggiore valore, esecuzione più efficace e un’esperienza più coerente per tutti i clienti.

Tuttavia, il malumore nella community è palpabile, anche perché persino alcuni partner di medie dimensioni non riceveranno l’invito a partecipare alla nuova fase del programma. Il risultato è un’ulteriore concentrazione dell’ecosistema su pochi attori, con una potenziale perdita di competitività e diversificazione dell’offerta. Alcuni provider, come Aussie Broadband, non hanno confermato la propria inclusione nel nuovo programma, ma assicurano che non ci saranno impatti a breve termine per i clienti, anche se stanno già esplorando soluzioni alternative per il futuro.

Nel frattempo, sul fronte tecnico, VMware ha divulgato tre vulnerabilità critiche nei propri prodotti classificate con un punteggio CVSS di 9.3/10 (CVE-2025-41236, CVE-2025-41237 e CVE-2025-41238). Queste vulnerabilità consentono potenzialmente un “VM escape”, ovvero la possibilità per un attaccante con privilegi all’interno di una macchina virtuale di compromettere l’hypervisor sottostante. Un problema grave, che secondo VMware richiede intervento immediato.

(Immagine in apertura: Shutterstock)