“Acquihire” di Google su Windsurf: assunti il CEO e alcuni personaggi chiave

Google ha annunciato un accordo strategico dal valore di circa 2,4 miliardi di dollari con la startup Windsurf, specializzata in strumenti di codifica assistita dall’intelligenza artificiale. L’intesa prevede due elementi chiave. Da un lato Google acquisisce una licenza non esclusiva sulla tecnologia di Windsurf e, dall’altro, assume il CEO Varun Mohan, il co-fondatore Douglas Chen e parte del team di ricerca e sviluppo della startup che andranno a rafforzare la divisione DeepMind, cuore delle ambizioni AI di Google.
Questa mossa arriva dopo che OpenAI, principale concorrente di Google nell’ambito dell’IA generativa, aveva tentato senza successo di acquisire Windsurf per una cifra stimata intorno ai 3 miliardi di dollari. Le trattative si erano arenate per questioni legate all’accesso ai dati e alla proprietà intellettuale, soprattutto a causa della presenza di Microsoft come investitore strategico in OpenAI.
Il termine acquihire, che ben si adatta a questo tipo di operazione, nasce dalla fusione di “acquire” (acquisire) e “hire” (assumere), e indica una pratica sempre più diffusa nella Silicon Valley. Acquisire o stipulare accordi con startup innovative non tanto per il prodotto o la tecnologia in sé, ma principalmente per assicurarsi il talento e le competenze dei fondatori e dei team di sviluppo.
Nel caso di Google e Windsurf, non si tratta infatti di una vera e propria acquisizione societaria, dal momento che la startup resta indipendente, continua a servire i propri clienti enterprise e mantiene la possibilità di concedere licenze della propria tecnologia ad altri player. Google, invece, si assicura l’accesso a tecnologie chiave e, soprattutto, porta in casa alcuni dei migliori talenti dell’AI coding, che andranno a lavorare su progetti di “agentic coding” e sulla piattaforma Gemini.
Sono principalmente tre i vantaggi dell’acquihire:
- Accesso immediato a competenze di alto livello: In un mercato dove la guerra per i talenti AI è serratissima, acquisire interi team già affiatati e con esperienza verticale accelera la capacità di innovazione.
- Riduzione dei rischi regolamentari: A differenza delle acquisizioni classiche, l’acquihire (soprattutto se accompagnato da licenze non esclusive) è meno soggetto a scrutinio antitrust.
- Flessibilità per la startup: Windsurf mantiene la propria indipendenza e la possibilità di crescere autonomamente, beneficiando al contempo di un importante flusso di cassa e di visibilità globale.
L’operazione di Google si inserisce in un contesto in cui, soprattutto negli ultimi mesi, le grandi aziende tecnologiche hanno intensificato la corsa all’acquisizione di startup e talenti nel settore dell’AI generativa. Meta, Microsoft, Amazon e Google hanno infatti messo in campo offerte multimilionarie e strategie di acquihire per assicurarsi i migliori cervelli, spesso preferendo questa strada a quella delle acquisizioni totali, che rischiano di essere bloccate dalle autorità regolatorie.
Windsurf, fondata solo quattro anni fa e ancora poco conosciuta dalle nostre parti, si è rapidamente imposta come una delle realtà più promettenti nell’ambito degli strumenti di codifica AI, grazie a un approccio innovativo (“vibe coding”) che rende la collaborazione uomo-macchina più naturale e creativa. La startup aveva già raccolto oltre 240 milioni di dollari da investitori di primo piano ed era valutata circa 1,25 miliardi di dollari prima dell’accordo con Google.
Inutile dire come l’accordo tra Google e Windsurf segni un punto di svolta nel modo in cui le big tech si muovono nell’ecosistema AI. Per Google l’arrivo di Mohan e del team Windsurf rappresenta un potenziamento strategico per DeepMind e per i progetti di coding agentico, con l’obiettivo di rendere Gemini la piattaforma di riferimento per gli sviluppatori di tutto il mondo.
Windsurf mantiene invece la propria autonomia, promuove Jeff Wang a CEO ad interim e Graham Moreno a presidente e può continuare a innovare e servire i propri clienti enterprise senza perdere la propria identità.
(Immagine in apertura: Shutterstock)