I nuovi rischi aziendali della digitalizzazione nel report WAVE di Osborne Clarke

Lo Studio Legale internazionale Osborne Clarke ha pubblicato WAVE – Emerging Legal Trends in Digitalisation, un report che identifica le tendenze nell’ambito della digitalizzazione che avranno un impatto maggiore sui rischi aziendali e legali, oltre che sulle responsabilità e sulle competenze delle società attive in tutta Europa.
Il report, ufficialmente presentato a Londra in occasione della London Tech Week, approfondisce otto temi principali:
- Agentic AI
- AI-driven hyper-personalisation
- The evolution of the in-house legal team
- Tech supply chains
- M&A trends
- Data sovereignty
- Class actions
- Regulatory divergence
Mentre la digitalizzazione diventa sempre più pervasiva in ogni aspetto del business, cresce anche il suo impatto sulle imprese e sui team legali. Questi ultimi sempre più chiamati ad affrontare sfide ed aspettative nuove, coinvolti in processi decisionali influenzati da sistemi come gli strumenti di IA in grado di agire indipendentemente e in contesti dove la regolamentazione è ancora in divenire.
Gianluigi Marino, Head of Digitalisation, Osborne Clarke in Italia, ha dichiarato “È un momento entusiasmante per il business e la tecnologia e le innovazioni come l’intelligenza artificiale non si arresteranno in attesa di una revisione legale. I team legali sono sempre più chiamati a valutare i rischi in un contesto di continuo e rapido mutamento. Ciò richiede un significativo cambiamento nella cultura e nell’approccio alla consulenza, che deve essere più flessibile ed adattabile, e un coinvolgimento più stretto con aree come quelle relative al design del prodotto, alla compliance e alla tecnologia “.
Il report esorta le organizzazioni a rendere la governance dell’IA un elemento chiave delle loro operazioni, piuttosto che considerarla solo un requisito di conformità.
I legislatori stanno iniziando ad intervenire ad esempio con l’AI Act europeo, che richiede sia ai fornitori, sia agli utilizzatori di garantire che il personale possieda un’adeguata alfabetizzazione in materia IA. Ma le caratteristiche degli agenti AI (quelle che definiscono i sistemi progettati per agire autonomamente, come agenti autonomi) stanno entrando nelle aziende più velocemente delle competenze necessarie per governarle e attendere chiarimenti normativi, o una maggiore maturità tecnica, non proteggerà le aziende dai rischi.
Secondo John Buyers, Co-Head del team internazionale di consulenza AI di Osborne Clarke, le organizzazioni meglio posizionate per orientarsi in questo contesto non sono necessariamente quelle con gli strumenti più avanzati, bensì quelle con una chiara visione dell’uso dell’IA e una struttura di governance pronta a gestirla.
“Stiamo già assistendo a esempi di paralisi decisionale. L’incertezza agirà come deterrente al pieno sviluppo del potenziale dell’Agentic AI e le aziende che non sapranno implementare una governance chiara in materia AI si troveranno in una posizione di svantaggio rispetto ai concorrenti capaci di avanzare più rapidamente”, conclude Buyers.
(Immagine in apertura: Shutterstock)