Il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha condiviso alcune delle sue visioni durante una sessione di domande e risposte all’evento AI Ascent 2025, organizzato a inizio maggio dal fondo di venture capital Sequoia. Altman ha spiegato che OpenAI non segue un piano strategico rigido, ma mira a sviluppare un prodotto che funzioni come un sistema operativo in abbonamento applicato all’IA e modelli capaci di assorbire ogni esperienza vissuta da un individuo nel corso della vita.

A una domanda del pubblico su come le startup possano evitare di finire in competizione diretta con OpenAI, Altman ha risposto: “Vogliamo essere l’abbonamento IA centrale per le persone. Il nostro obiettivo è costruire modelli sempre più intelligenti e in futuro avremo delle interfacce che saranno una sorta di nuovi sistemi operativi.”

Altman ha però fornito pochi dettagli concreti su come potrebbe funzionare questa visione. “Non abbiamo ancora capito esattamente quale sarà l’API, o l’SDK, o comunque lo vogliate chiamare, che rappresenterà davvero la nostra piattaforma. Magari ci vorranno un paio di tentativi, ma ci arriveremo. Qualsiasi cosa sarà, contribuirà a una quantità incredibile di creazione di ricchezza, poiché c’è ancora tantissimo da costruire anche al di fuori di ciò che OpenAI sta già sviluppando”.

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A chi gli ha chiesto se OpenAI abbia in programma la creazione di modelli su misura, Altman ha risposto che il suo ideale è un modello di ragionamento con “un trilione di token di contesto, in cui inserire l’intera esistenza di una persona. Un simile LLM sarebbe consapevole di ogni conversazione mai avuta, ogni libro mai letto, ogni email mai ricevuta, tutto ciò che si è mai guardato, più tutti i dati provenienti da altre fonti. E la vostra vita continuerebbe ad aggiungersi a quel contesto, in continuo aggiornamento.”

Un’idea a dir poco inquietante, anche se lo stesso Altman ha ammesso che al momento OpenAI non è in grado di costruire nulla del genere. Il progetto sembra comunque più un’aspirazione che una roadmap concreta. Quando gli è stato chiesto se OpenAI abbia un piano definito su come investire le ingenti risorse che sta raccogliendo, Altman ha risposto: “Il nostro obiettivo è cercare di creare ottimi modelli e buoni prodotti. Non c’è un piano maestro oltre a questo.”

Secondo il CEO di OpenAI, infatti, i piani troppo ambiziosi non funzionano, perché gli imprenditori devono partire da qualcosa di estremamente complesso e poi lavorare a ritroso. “Meglio quindi fare ciò che si ha davanti e oggi per OpenAI questo significa costruire una quantità enorme di infrastruttura per l’IA e continuare a migliorare i modelli. L’obiettivo parallelo è realizzare un ottimo prodotto consumer, completo in ogni sua parte.”

“Siamo orgogliosi della nostra capacità di essere agili, di cambiare tattica man mano che cambia il mondo. I prodotti che costruiremo l’anno prossimo, probabilmente oggi non li stiamo nemmeno immaginando”, ha concluso Altman.

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