Arriva lo shopping nella funzione Search di ChatGPT

OpenAI ha annunciato l’introduzione di funzionalità di shopping all’interno di ChatGPT, grazie alla quale gli utenti, siano essi registrati o meno, potranno presto visualizzare suggerimenti per prodotti acquistabili direttamente all’interno dell’interfaccia del chatbot. Non sarà però possibile concludere l’acquisto su ChatGPT, dal momento che la transazione avverrà sempre sui siti ufficiali dei venditori, verso i quali gli utenti verranno reindirizzati.
La nuova funzione è pensata per aiutare chi utilizza ChatGPT a confrontare modelli diversi di qualsiasi tipologia di prodotti. Le raccomandazioni saranno basate non solo sulle preferenze individuali che ChatGPT ricorda (se si ha concesso l’autorizzazione a farlo), ma anche su recensioni di prodotti raccolte da fonti editoriali e forum online, con l’obiettivo di offrire un’esperienza personalizzata e conversazionale dove i suggerimenti non derivano da parole chiave, ma da una comprensione più profonda di recensioni, pro e contro e conversazioni autentiche attorno a un determinato prodotto.
Adam Fry, responsabile del prodotto di ricerca per ChatGPT, ha dichiarato che ogni settimana gli utenti effettuano oltre un miliardo di ricerche tramite il sistema. I settori più esplorati includono elettronica, prodotti per la casa e cosmetica, a conferma di un uso sempre più pratico e orientato all’acquisto della piattaforma. La novità di OpenAI si inserisce in questo scenario con l’intento di rendere più semplice, veloce e consapevole la scelta di un prodotto, pur mantenendo un approccio informativo piuttosto che pubblicitario.
Un dettaglio importante che distingue ChatGPT dalle soluzioni concorrenti come Google Shopping è l’assenza di sponsorizzazioni nei risultati proposti. I prodotti suggeriti non sono infatti frutto di accordi commerciali e non si tratta di annunci pubblicitari. Inoltre le raccomandazioni, almeno per il momento, sono tutte organiche e basate su qualità dei contenuti, senza interventi promozionali da parte dei venditori.
A differenza del modello di business consolidato di Google, OpenAI sembra voler costruire una base di fiducia fondata sulla qualità del consiglio ed è probabile che in futuro anche ChatGPT esplorerà modelli di monetizzazione tramite affiliazioni, sebbene per ora la priorità dichiarata sia offrire raccomandazioni affidabili e utili all’utente.
Per determinare quali prodotti mostrare, ChatGPT cerca di capire come i prodotti vengono recensiti e discussi dagli utenti. Vengono quindi valutati il contenuto delle opinioni, l’equilibrio tra vantaggi e svantaggi e persino le preferenze esplicite dell’utente stesso. Le recensioni visualizzate da ChatGPT provengono da una combinazione di fonti professionali e contenuti generati dagli utenti (incluse piattaforme come Reddit) e l’utente potrà indicare il tipo di fonti che preferisce (per esempio recensioni professionali rispetto a opinioni di community).
Resta però da capire come funzioneranno le commissioni da affiliazione in questo nuovo scenario. Se infatti i publisher online guadagnano una percentuale sulle vendite generate attraverso i link nei propri articoli, se è ChatGPT a consigliare un prodotto sulla base di una recensione di un particolare sito, chi riceverà la percentuale? Fry ha ammesso che OpenAI è ancora in fase sperimentale su questo fronte e che verranno testati diversi modelli per capire come strutturare un sistema equo ed efficace di monetizzazione per tutti i soggetti coinvolti.
OpenAI, secondo quanto riportato da The Information, punta a raggiungere un fatturato di 125 miliardi di dollari entro il 2029, rispetto ai circa 4 miliardi dell’anno scorso. L’incidenza delle entrate da affiliazione in questo ambizioso traguardo resta incerta, ma è evidente come l’azienda stia esplorando nuove vie per integrare business e utilità, cercando di far evolvere il modello dei chatbot verso una piattaforma polifunzionale.
Considerando anche il lancio a inizio anno di Operator, un agente IA in grado di controllare i browser per aiutare gli utenti in compiti online, la nuova direzione intrapresa da OpenAI è chiara e consiste nell’integrare progressivamente l’IA generativa nelle azioni quotidiane, comprese quelle commerciali. E non è un caso che anche concorrenti come Perplexity e Google (le sezioni Researched with AI nei risultati di Shopping) si stiano muovendo nella stessa direzione.
(Immagine di apertura: Shutterstock)