L’impatto sull’ambiente dei data center e della IA è protagonista all’Innovation Summit di Schneider
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I data center, si sa, rappresentano ormai una porzione rilevante dei consumi energetici globali, e la digitalizzazione crescente ha una continua fame di dati e potenza di calcolo. Secondo IDC, nel 2023 la potenza installata dei datacenter era di 54 GW, ma la previsione da qui a quattro anni è di toccare i 90 GW. Una crescita trainata sì dalla apertura di nuovi data center a un ritmo crescente, ma soprattutto dall’aumento dei workload per l’intelligenza artificiale, che crescono a un ritmo 2-3 volte più elevato del comparto.
Attualmente, con 4,3 GW la IA pesa per l’8 percento del totale, ma la previsione al 2028 va da 13,5 a 18 GW. Questo aumento, ma soprattutto la densità dell’hardware dedicato al machine learning, pone nuove sfide per l’approvvigionamento e distribuzione di energia, le soluzioni per garantire la continuità dell’alimentazione e per il raffreddamento.
Oggi la disponibilità di fonti energetiche è uno dei principali fattori a determinare la possibilità di aprire nuovi data center o aumentare i carichi di lavoro IA in quelli esistenti. “Vista la domanda attuale, potrei costruire data center ovunque e in continuazione, se avessi sufficiente superficie, energia e connettività”, ha affermato Dame Dawn Childs, CEO di Pure Data Center Group in una discussione sull’impatto ambientale della IA tenutosi durante l’Innovation Summit di Schneider Electric a Parigi.
La sostenibilità di AI e data center
Nello stesso evento, in un approfondimento sulle tecnologie per i data center, il Senior Vice-President della divisione Secure Power di Schneider Electric Marc Garner ha evidenziato le principali sfide economiche, tecnologiche e pratiche alla crescita dei data center nel mondo: “Da un lato c’è un problema di capacità, che sta passando dall’era del Megawatt a quella del Gigawatt, e dall’altro un problema di occupazione dello spazio, con l’esaurimento di molti siti esistenti e costi crescenti per gli affitti”.
Tecnologia ed economia stanno quindi concentrando sempre più potenza in sempre minor spazio, e questo fattore si sta scontrando con i limiti della fisica: oltre i 60 KW per armadio, il raffreddamento ad aria non è più sufficiente, ed è necessario impiegare il raffreddamento a liquido, direttamente sul chip o con server completamente immersi.
Tecnologia ed economia stanno concentrando sempre più potenza in sempre minor spazio, e questo fattore si sta scontrando con i limiti della fisica
Tutto questo avviene in un momento dove la sensibilità e la normativa spingono sempre più verso la riduzione dell’impatto ecologico di ogni attività produttiva, in termini di emissioni di carbonio e consumo di acqua e suolo.
La tecnologia alimenta i consumi ma offre anche strumenti per l’efficienza
Se è vero che le GPU sono tra i componenti più avidi di energia, la loro evoluzione sta andando nella direzione di una maggiore efficienza. Dion Harris, Direttore dell’Accelerated Data Center GTM di Nvidia, ha sottolineato che – a parità di consumi rispetto alla precedente generazione di GPU Hopper – le nuove GPU Blackwell permetteranno ai modelli di IA di generare più del doppio dei token al secondo, ottenendo benefici per l’ambiente ma anche economici: “il costo energetico per token è un fattore determinante per la redditività del business dell’AI”.
Il costo energetico per token è un fattore determinante per la redditività del business dell’AI
Un altro vantaggio portato dai Superpod con Blackwell è la maggiore larghezza di banda nella comunicazione tra i nodi, che permetterà un migliore impiego dei modelli di tipo mixture of experts, in cui diversi modelli di dimensioni ridotte concorrono alla soluzione di un problema, consumando meno energia rispetto a un singolo modello di dimensioni molto grandi.
Si prevede poi uno spostamento di carichi di intelligenza artificiale dai grandi data center degli hyperscaler a data center più piccoli, anche on premises e addirittura nell’edge. Questo pone nuove sfide, perché ”nella periferia c’è un ambiente meno controllato, con minori risorse e conoscenze per ingegnerizzare le infrastrutture in modo più efficiente. Per ovviare al problema, Scneider offre infrastrutture prefabbricate da 250 kW di potenza, in modo da avere un ambiente preingegnerizzato e controllato senza dover avere un data center completo”, ci dice Garner.
Le architetture di riferimento preingegnerizzate sono anche oggetto di una collaborazione tra Schneider e Nvidia, che hanno annunciato congiuntamente dei reference design omnicomprensivi per la realizzazione di cluster per l’intelligenza artificiale. “La partnership permetterà di ottimizzare l’infrastruttura data center, sia con raffreddamento ad aria che a liquido direct-to-chip, e permetterà avanzamenti importanti per la realizzazione di nuovi data center o il refurbishing di quelli esistenti, ma anche nel campo della Edge AI e del Digital Twin”, ha affermato Pankaj Sharma, Executive Vice President, Secure Power Division & Data Center Business di Schneider Electric.
Dati e software migliorano l’efficienza
L’intelligenza artificiale entra anche nei software che abilitano il monitoraggio e l’automazione di edifici e impianti produttivi, oltre alla creazione di modelli e digital twin per rendere più efficiente la distribuzione e il consumo di energia.
“Quella per l’efficienza energetica è una sfida esistenziale. Nonostante l’Enorme quantità di dati disponibili, il mondo industriala utilizza pochissimi dati per condurre il proprio business, perché li ritiene poco importanti o perché i sistemi sono progettati per essere isolati e ostacolare l’unificazione”, ha affermato Caspar Herzberg, CEO di AVEVA, azienda acquisita da Schneider a gennaio 2023.
Quella per l’efficienza energetica è una sfida esistenziale
Schneider risponde a questa esigenza con Connect, una piattaforma digitale aperta per creare dei digital twin della componente elettrica degli edifici, permettendo di operare e pianificare in modo strategico usando dati nel loro contesto.
“Ogni impianto ha decine di software e loro versioni. Scopo di AVEVA è farli parlare tra loro in modo facile, semplificandone l’ingestione. La parte successiva è la visualizzazione di dati comuni e certificati su dashboard di controllo differenziate, in modo che gli ingegneri e i CEO vedano sempre gli stessi dati”, dice Herzberg.
Restando invece in ambito datacenter, di recentemente il software di gestione EcoStruxure si è arricchito di moduli per la rendicontazione energetica dei data center, anche per incontrare i requisiti delle Direttiva Energia dell’Unione europea.
Oltre l’efficienza, riuso e ricclo
Il consumo delle apparecchiature è solo una parte della loro impronta ecologica. L’altra è rappresentata dalle emissioni generate nelle fasi di produzione e smaltimento. Schneider è da tempo impegnata anche su questo fronte, e ha lanciato un’iniziativa di economia circolare insieme a Digital Realty, gigante nel campo della colocation con 300 data center in 50 aree metropolitane e 28 paesi.
L’iniziativa punta a ridurre dal 50 al 70 percento le emissioni di carbonio derivanti dalle apparecchiature LV, MV e UPS trifase, riducendo i rifiuti elettronici e le emissioni Scope 3.
Nei primi mesi di attività, il progetto permesso di risparmiare 3,7 tonnellate di anidride carbonica grazie all’ammodernamento, al ricondizionamento e alla sostituzione delle apparecchiature UPS.
Digitial Realty ha raggiunto la neutralità di carbonio nel 2020 per quanto riguarda gli obiettivi Scope 1 e Scope 2, unico player in Francia, e ha l’obiettivo di portare l’efficienza energetica (PUE) sotto al valore 1,3 in tutti i suoi siti entro il 2030.